Col titolo Massenpsychologie und Ich-Analyse il libro fu pubblicato presso l’Internationaler psychoanalytischer Verlag (Lipsia-Vienna-Zurigo 1921). Una seconda edizione apparve nel 1923 presso lo stesso editore. Successivamente l’opera fu compresa in Gesammelte Schriften, vol. 6 (1925), pp. 261-349, in Theoretische Schriften (1911-1925) (Vienna 1931), pp. 248-337 e in Gesammelte Werke, vol. 13 (1940), pp. 71-161.
Nella prima edizione tedesca molti capoversi apparivano in caratteri più minuti. In una traduzione inglese, pubblicata nel 1922, per espresso desiderio di Freud tali capoversi furono trasportati in nota. Anche nelle successive edizioni tedesche fu effettuato questo trasporto in nota, con una sola eccezione per il capoverso segnalato nella nota 307.
Quest’opera fu concepita circa contemporaneamente ad Al di là del principio di piacere. Anche di essa Freud parlò infatti nelle proprie lettere a Ferenczi e Abraham fin dal maggio del 1919. Solo l’anno successivo però, nel febbraio del 1920, si accinse a comporla. In agosto, dopo aver finito Al di là del principio di piacere, ne aveva già scritto una parte che inviò in lettura a Eitingon e Abraham. E nel febbraio del 1921, poco dopo la pubblicazione dell’altra opera, Freud si impegnò a terminare il libro, che uscì in estate.
Esiste una certa connessione fra Psicologia delle masse e Al di là del principio di piacere. Ma per quanto riguarda l’opera presente, Freud fu certo spinto a comporla anche dall’impressione di quelle modificazioni provocate dalla guerra nella mentalità degli uomini che già avevano ispirato altri suoi scritti del periodo bellico (vedi le Considerazioni attuali sulla guerra e la morte del 1915, in OSF, vol. 8). Pure gli avvenimenti rivoluzionari e controrivoluzionari, verificatisi nel 1918 e 1919 nei paesi già costituenti gli Imperi centrali, esercitarono una forte impressione su Freud, che vide in essi esempi concreti delle profonde trasformazioni che si operano nella mentalità e psicologia individuale in circostanze eccezionali di questo genere.
Freud iniziò la trattazione della materia rifacendosi a una vecchia opera di G. Le Bon, Psychologie des foules (Parigi 1895) e a un libro recentissimo di W. McDougall, The Group Mind (Cambridge 1920). Egli si collegò però anche a precedenti lavori propri: ai Tre saggi sulla teoria sessuale (1905, in OSF, vol. 4) e agli scritti che gli fanno corona, a Totem e tabù (1912-13, in OSF, vol. 7), a Introduzione al narcisismo (1914, ivi), e allo scritto metapsicologico Lutto e melanconia (1917, in OSF, vol. 8) per quanto riguarda la mobilità degli investimenti libidici e i processi di identificazione. Lo studio delle influenze a cui è esposto il singolo individuo inserito in una struttura collettiva gli fornì inoltre l’occasione di riprendere in esame il vecchio problema dell’ipnosi, che tanta importanza aveva avuto all’origine della psicoanalisi e che costituisce sempre un modello per i fenomeni della traslazione analitica.
In tal modo l’opera, conformemente al titolo, presenta due facce: una è rappresentata dall’illustrazione della psicologia collettiva, che Freud riconduce sostanzialmente ai mutamenti indotti nella mentalità e nel comportamento degli individui dalla coesione sociale; l’altra riguarda la psicologia dell’Io e la struttura della personalità psichica; è questa la parte più connessa allo scritto precedente Al di là del principio di piacere e alla terza grande opera di questo periodo, che apparirà due anni dopo: L’Io e l’Es (in questo volume).
La presente traduzione riproduce con alcune modifiche quella di E. A. Panaitescu già apparsa in S. Freud, Il disagio della civiltà e altri saggi (Boringhieri, Torino 1a ed. 1971), pp. 65-142.