MARZO
Il sole scalda da sudare sette camicie
e intontito s’agita il burrone.
Come quello d’una gagliarda mandriana
alla primavera ferve il lavoro fra le mani.
Langue la neve, consunta d’anemia,
in ramificazioni di estenuate vene azzurrine.
Ma fumiga la vita nella stalla delle vacche
e sprizzano salute i denti dei forconi.
Oh, queste notti, questi giorni e le notti!
Tamburellare del gocciolio a metà del giorno,
deperire dei ghiacciuoli del tetto,
chiacchierio dei rigagnoli insonni!
Tutto è spalancato, la rimessa e la stalla.
I colombi nella neve beccano l’avena,
e, d’ogni cosa vivificatore e imputabile,
odora di fresca aria il letame.