LA CHIESETTA ERETTA DOVE APPARVE
MARIA
LA STORIA INIZIA COME NELLA CRONACA NERA con un uxoricidio: quello d’un bergamasco di cattivo carattere che sul finire del Quattrocento rapisce – come moglie inizialmente consenziente, purtroppo – una giovane cremasca, la porta fuori città in una notte tempestosa, la colpisce con i fendenti della spada e la lascia in un fosso dove lei vedrà poi la Madonna e verrà salvata per il breve tempo necessario all’estrema unzione e al paradiso. Sul luogo dell’apparizione viene costruita una chiesa, che si farà importante quando ne viene affidata l’edificazione a uno dei seguaci del Bramante. A grande forma di tamburo, tondo fuori e ottagonale dentro, si articola su tre edicole d’accesso che fanno, all’interno, da contrappunto a quattro altari. Il decoro, come spesso avviene nei luoghi di pellegrinaggio, si arricchisce nei secoli successivi fino alla fine del XIX secolo e diventa quindi una piccola enciclopedia che documenta la vita sociale e religiosa dell’estremo Occidente della Serenissima Repubblica di Venezia. E l’incontro fra la bergamasca collinare e la pianura si documenta con commozione vedendo coesistere gli stucchi manieristi cinquecenteschi del bergamasco Giovan Battista Castello con i dipinti di Antonio e Bernardino Campi, i massimi pittori cremonesi suoi contemporanei.
La fèra da santa Maréa si tiene nella domenica prossima all’Annunciazione del 25 marzo, almeno dal 1666; in quest’occasione i genitori portavano i figli per stipular contratti con i proprietari terrieri: i famèi restavano a servizio fino al 10 novembre, termine dell’annata agricola.
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da Milano: 45 chilometri