L’ORIGINE DELLE “EFFE” DEI
VIOLINI
CREMONA NON È SOLO MOSTARDA, come potrebbe pensare un turista poco avvertito. Cremona è tante cose al contempo, ma è soprattutto patria di musica, visto che fra le anse dell’infinito apparato digerente che è il Po vi è una piccola montagnola alla quale i fantasiosi potrebbero attribuire la genesi del cognome del massimo musicista padre dell’opera, nato lì, Claudio Monteverdi. Passando per le strade potete osservare ancora decine di liutai, causa autentica del suo genio strumentale. Ma fermatevi un attimo a guardare la facciata del Duomo e leggetela lentamente come un libro aperto. Ogni guida, anche la più semplice, vi permetterà di decifrarne le colonnine del Duecento e il grande rosone, vi troverete il gusto antelamico e l’abilità dei lapicidi comacini. Ma la più curiosa delle curiosità sta invece nel completamento in gusto classico del timpano, voluto per esaltare il casato sforzesco. E la vera bizzarria sono le due volute laterali, oblunghe e stirate. Sì, sono queste gli antenati linguistici delle “effe” sulle pance di tutti gli strumenti ad arco che da Amati in poi la città ha diffuso nel mondo. L’antenato del legno intagliato è il sasso scolpito.
Sulla controfacciata del Duomo spiccano due straordinari affreschi del Pordenone, eseguiti nel 1520-’21: La Crocefissione, dallo scorcio vorticoso imperniato sul lanzichenecco che indica la croce, e La deposizione, la cui audace prospettiva ricorda il Cristo morto di Mantegna.
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da Milano: 100 chilometri