GARBO E GENTILEZZE NELLA VILLA DI
PIACERE
CI SONO LUOGHI STORICI nei quali ciò che conta anzitutto non è affatto l’eccellenza di una singola opera, la notorietà mondiale del progettista oppure la gloria delle famiglie che vi passarono, bensì l’atmosfera che vi regna e il sapore che tuttora vi si degusta. È questa il caso di Villa della Porta Bozzolo a Casalzuigno, dolce il toponimo, innegabilmente più curioso del cognome dei proprietari, che ne fecero una meraviglia del garbo e del gusto tra Sei e Settecento. Tipica villa di piacere, per chi vi abitò non solo nel periodo estivo come facevano i veneziani, ma per chi vi risiedeva stabilmente come solevano fare i patrizi di Lombardia, la sua struttura architettonica dialoga alla perfezione con il giardino e la linea d’orizzonte delle colline circostanti, a tal punto che l’impianto a terrazze – analogo a quello ben più povero che praticavano i vignaioli del varesotto – si articola a cannocchiale barocco fino nella tagliata del bosco prealpino che ne conclude la vista e si declina con l’altra prospettiva che corre verso la chiesetta. L’interno della villa non vi deluderà: la funzione di residenza perenne è sottolineata dall’imponenza dei camini, solitamente assenti nelle ville estive venete. I decori parietali giocano quello squisito horror vacui che gli arredi non smentiscono. Luogo gentile e arioso, governato dal Fondo Ambiente Italiano.
Tra i giardini della villa, oltre all’aristocratico e spettacolare giardino barocco con “teatro”, vi sono anche diversi edifici rustici, testimoni di un passato in cui la villa era fulcro dell’attività agricola della zona: vi sono il monumentale torchio cinquecentesco in legno per la spremitura delle vinacce, la macina da olio, una vecchia filanda e la cantina che ancora conserva le antiche botti.
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da Milano: 75 chilometri