L’ELEGANZA DEL FRUGALE
LA PICCOLA CITTADINA DI AGLIATE, persa nell’intreccio stradale della Brianza, riserba una sorpresa inattesa, la basilica che dal di fuori la guarda. Accanto all’edificio religioso sono stati rinvenuti resti di riti propiziatori della preistoria, a dimostrazione del fatto che la Lombardia pone le sue radici nel fondo della notte dei tempi. Illuminati dal cristianesimo, questi tempi si svegliarono fin dagli anni del magistero di sant’Ambrogio e lasciarono in piena epoca romanica un documento commovente nella fabbrica e nel battistero di questa basilica. Edificio frugale quanto autentico, frugale perché quasi tutte le colonne di sostegno sono colonne di spoglio da altri edifici romani, quindi l’una diversa dall’altra; autentico perché si emancipa in un’eleganza romanica, dove il ritmo delle arcate della navata centrale porta a un altare sopraelevato, di quelli che lasciano ancora allo spazio quell’afflato militare delle celebrazioni ottoniane, esaltato da un pulpito che da solo merita il viaggio. La grandeur di una Brianza che non c’è più e che lascia intendere quanto debba aver affascinato gli uomini dell’Alto Medioevo. Altrettanto poetica la passeggiata esterna sul prato, laddove l’accrocco delle architetture e il dialogo con l’ambiente si fanno vera poesia.
L’interno della basilica presenta una notevole verticalità dovuta alla grande superficie muraria del claristorio, che è il livello più elevato della navata: il nome deriva dal traforo delle finestre che permette al chiarore della luce di illuminare l’interno dell’edificio.
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da Milano: 30 chilometri