TRA TURBINE E TRALICCI
SI CHIAMA MUSIL ma non c’entra con l’autore asburgico. È l’acronimo di Museo dell’Industria del Lavoro, e una delle sue sedi, quella del Museo dell’Energia Idroelettrica si trova a Cedegolo in mezzo a una valle stretta, la Valcamonica, quella dei Camuni e delle loro iscrizioni rupestri. Vi si arriva dalla vecchia Statale 42 per il passo del Tonale. Già di per sé l’edificio meriterebbe una visita: è una centrale idroelettrica dismessa costruita in cemento armato e pietra di taglio all’inizio del XX secolo, quando l’architettura industriale vantava una voglia espressiva che ne doveva testimoniare l’importanza. Si affaccia ovviamente sul torrente dal quale prelevava la massa d’acqua necessaria al suo funzionamento e di recente il Comune ha impiantato lungo le sponde una passeggiata sospesa di poetica evocazione. All’interno dell’edificio sono conservate le turbine e una installazione didattica che ne narra il funzionamento con un sistema audiovisivo di eccellente evocazione didattica: la nuvola si fa pioggia, la pioggia si fa torrente, il torrente si fa energia elettrica. Si passa poi nella stanza delle dighe, si ascolta il rumore roboante delle acque e delle turbine e si rimane stupiti dall’albero dell’elettricità, quello formato dai monumentali tralicci storici. E si riflette sul duro lavoro degli uomini andando a mangiare casonsei al burro fuso nella trattoria vicina.
Il MUSIL è diviso in quattro sedi: il Museo dell’Energia Idroelettrica per l’appunto a Cedegolo, il Magazzino visitabile delle macchine a Rodengo Saiano, il Museo del Ferro-laboratorio di archeologia industriale nella Fucina Caccagni di San Bartolomeo, e il MUSIL di Brescia, sede centrale ospitata in una ex fabbrica metallurgica.
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da Milano a Cedegolo (BS): 135 chilometri