IN QUATTROCENTO METRI LA MILANO DEL
’400
PICCOLA PASSEGGIATA nel Rinascimento milanese quattrocentesco di non oltre quattrocento metri che vi può tenere occupati per un buon quattro ore. Inizia in corso di Porta Romana entrando nella cappella Trivulzio prospicente la basilica di San Nazaro. È un fabbricato austero quanto elegante del Bramantino, voluto dal noto condottiero Gian Giacomo Trivulzio per la sepoltura sua e della famiglia. Di recente è stata costituita una fondazione in sua memoria, che si occuperà della storia lombarda a lui coeva. Da questo unicum architettonico si passa direttamente nella basilica, che è la prima chiesa d’Occidente costruita a croce latina e voluta originariamente nientemeno che da sant’Ambrogio. Riscaldati da tanta milanesità, passerete nella stradina laterale e, salutando un verduraio solitario e poetico, guarderete l’abside romanica della chiesa gettando già un occhio sulla lunga distesa di mattoni che costituisce il formidabile edificio della Ca’ Granda, attuale università, nata però come primo e più grande ospedale del mondo civilizzato a metà del XV secolo su disegno architettonico di Filarete e su disegno politico di Francesco Sforza. Per la sua edificazione fu inventato il primo fund raising a destinazione laica della storia, che comunque prometteva un po’ di paradiso a chi metteva un po’ di soldi nella giornata della Festa del Perdono. I cortili sono magnifici e aperti a tutti. Il corpo centrale è poi stato riprogettato dal Richini nel Seicento e merita un’attenzione pari a quella che richiamano le centinaia di formelle di terracotta più antiche.
L’Ospedale Maggiore, attivo come tale fino alla Seconda guerra mondiale, possiede una Quadreria con i ritratti dei più importanti benefattori, con opere del Pitocchetto, Hayez, dei fratelli Induno, Segantini, Longoni, Previati, Casorati, Sironi, Campigli, Carrà.