L’ORGANO CHE SUONÒ MOZART
SE MILANO È LA CITTÀ DELLA MUSICA, la chiesa di San Marco ne è documento sommo. Vi era organista all’inizio del XVIII secolo il grande Sammartini, e vi soggiornò a lungo Mozart giovane; Giuseppe Verdi vi fece eseguire per la prima volta il noto Requiem per Alessandro Manzoni nel 1874, a un anno dalla morte dello scrittore. La chiesa è dedicata al patrono della Serenissima, in ricordo dell’alleanza di Venezia con Milano contro il Barbarossa. Fu costruita per gli eremitani nel XIII secolo, con quel gusto particolare delle facciate d’un Gotico che si faceva italico per via dell’uso dei mattoni e dei piccoli pinnacoli che ne segnavano la cifra obbligata. E tale rimase a lungo, finché non fu resa anche lei barocca secondo i dettami aulici della Controriforma locale nel XVII secolo. L’organo cinquecentesco dei bravissimi Antegnati venne arricchito già nel 1604, ed è quello che suonò Mozart. Poi rivisto ancora, e inaugurato da Amilcare Ponchielli, è tutt’ora disponibile per cicli di concerti che negli anni hanno trasformato la chiesa in uno dei luoghi prediletti della musica. Piccolo esercizio per storici: guardare le architetture cinquecentesche affrescate dai fratelli Fiammenghini, dove in un lacerto appare un Cristo giottesco sopra le lapidi sepolcrali medievali, in cui Dio Padre sorregge la croce del Redentore, anche questa un’armonia musicale attraverso i secoli.
Il Londonio, pittore e gentiluomo di gran spirito, andava in giro per case nobiliari e istituti benefici con un piccolo teatrino portatile, chiamato Teatrino dei Foghetti, con figure mosse da un meccanismo a ruota di carta azionata da sabbia che cadeva in un imbuto, e siparietti dipinti retroilluminati da lumini a olio.