DELIZIE PER GLI OCCHI E LA
GOLA
UN CASTELLO TIRA L’ALTRO. Anzi, il giro dei castelli di mattoni che sono disseminati in Lombardia è gradevole fisicamente quanto eccitante da un punto di vista intellettuale. Sono tutti anteriori all’arrivo delle truppe di Carlo VIII di Francia nel 1494, quando il tiro diritto del cannone che loro, i francesi, avevano appena inventato nella lunga Guerra dei cent’anni li rese inutili alla difesa perché la nuova artiglieria li penetrava come un pane di burro. Quelli sopravvissuti alle scorrerie si sono trasformati in fantastici presidi territoriali della produzione di campagna. E quello di Scaldasole ne è esempio eccellente, perché attorno alle sue gloriose mura e grazie alla cortesia dei suoi storici proprietari, gli Strada, che lo curano dai primi anni del XIX secolo, ebbene, lì intorno è nata la notissima fattoria di Scaldasole che produce prodotti agricoli altrettanto cortesi e naturali. Non fatevi prendere solo dalla gola ma guardate anche l’edificio, perfettamente conservato, la loggia bramantesca, le stanze ancora abitate con i suoi splendidi camini d’epoca. Un tuffo in una storia delicata che non si è mai fermata. E poi mettete il naso nelle scuderie: l’odore dei cavalli è sempre di conforto. E da lì partono alcune passeggiate e cacce che porteranno la sua testimonianza anche nel nostro futuro.
Dal 1456 al 1577, il castello fu di proprietà Gian Francesco conte di Concordia e poi della figlia Taddea, familiari dell’umanista Pico della Mirandola che, dotato di memoria prodigiosa, si dice sapesse recitare l’intera Divina Commedia – e qualunque testo appena letto – a ritroso.
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da Milano: 50 chilometri