IL TEMPIO CIVICO A FORMA DI
TAMBURO
UN TUFFO NELLA STORIA camminando tra i negozi di camicie e scarpe di via Torino. Vi servirà molto la fantasia per immaginare strati gloriosi laddove oggi la vita scorre frenetica. Primo passo, San Giorgio al Palazzo. Così si chiama perché lì sorgeva il palazzo imperiale di Diocleziano: unica traccia rimasta, il nome della chiesa. Pare che lì sia stato promulgato – dall’imperial suo erede Costantino quando l’impero si era fatto in quattro – l’editto di tolleranza del 313, quello che sancì il monoteismo cattolico come religione ufficiale d’Occidente. E la commozione può essere grande mentre si sorbisce un caffè sulla piazzetta, pensando che lì nacque l’embrione di quel meccanismo tuttora incerto ma travolgente che chiamiamo Europa. La chiesa fu rifatta tante volte, dopo una sua prima edificazione nell’VIII secolo, e si deve forse il taglio definitivo a Pellegrino Tibaldi. Il caso Tibaldi è invece certo per la chiesa tonda a forma di tamburo che troverete a duecento metri verso il Duomo, sempre dallo stesso lato della strada. Si tratta del tempio civico dedicato a San Sebastiano. Fu voluto quest’edificio dalla volontà congiunta del governatore Ayamonte e del cardinal Carlo Borromeo, che più dello spagnolo governava allora Milano. Civico l’edificio in quanto di pertinenza dell’amministrazione pubblica municipale, la quale tuttora ne nomina il rettore. Civico pure perché il santo fu scelto dopo un lungo dibattito tra le varie confraternite e gilde che formavano il tessuto produttivo della città d’allora. Vinse san Sebastiano, in quanto martire soldato e patrono degli armorari e spadari che lì vicino producevano i migliori acciai bellici d’Europa.
Nella chiesa di San Giorgio al Palazzo è ancora visibile un bassorilievo del 1308 raffigurante san Giorgio e il drago: vi aveva sede il Sacro Ordine Militare di San Giorgio, uno dei più antichi ordini cavallereschi le cui origini risalgono all’apparizione della Croce all’imperatore Costantino.