L’AFFRESCO SNOBBATO DI FRONTE AL
CENACOLO
Donato Montorfano, Crocefissione, S. Maria delle Grazie, Milano
TALVOLTA LE VISITE A LUOGHI NOTISSIMI possono anche essere provocatorie: fate la fila per ottenere il privilegio di entrare nel Cenacolo di Santa Maria delle Grazie a Milano e snobbate per un attimo l’Ultima Cena di Leonardo per prestare attenzione al grande affresco di fronte, quello che Donato Montorfano stava completando mentre Leonardo iniziava i lavori del suo. L’opera è firmata e datata 1495, Leonardo completa il suo lavoro nel 1498. Il passato e il futuro sono posti a confronto, ma che bel passato quello della Crocefissione del Montorfano, come una sorta di riassunto d’un Gotico internazionale già mosso dal Rinascimento, che pone al centro dell’opera la città con le sue torri, le medesime che appariranno pochi anni dopo nei grandi arazzi vigevanesi disegnati dal Bramantino e oggi al Castello Sforzesco.
Bellissimi i finimenti dei cavalli con quel cuoio rosso che era simbolo della ricchezza dell’epoca, potenti i personaggi della folla in una composizione talmente affollata da apparire sonora. E di notevole interesse le croci a T dei due ladroni, i quali, secondo la tradizione iconografica del Nord, liberano le loro anime l’uno al diavolo e l’altro all’angelo che la solleva verso il cielo. Non chiude definitivamente un ciclo, precorre già i futuri Sacri Monti della Controriforma.
In basso a destra e sinistra sono raffigurate le figure dei committenti, i duchi Lodovico il Moro e la moglie Beatrice d’Este con i figlioletti: le figure spiccano per disomogeneità con l’ottimo stato di conservazione del “buon fresco” di Montorfano: si ritiene che siano state commissionate a Leonardo, che vi utilizzò la stessa infelice tecnica “a secco” dell’Ultima cena.