LÀ DOVE IL DIAVOLO OSÒ IL
PENTIMENTO
LA LOMELLINA È NOTA A TUTTI come morbida terra del pavese. Lomello, il paesone che alla Lomellina dà il nome, è invece avvolto in una curiosa nube di mistero. Il luogo è però assolutamente degno di nota, e merita una tranquilla quanto garbata passeggiata. Vi troverete il battistero, uno dei maggiori monumenti longobardi superstiti, dell’VIII secolo. E accanto al battistero dedicato a san Giovanni, la potente chiesa di Santa Maria Maggiore, uno dei primi capolavori in mattone di un’architettura romanica che rivela tutta la sua sapienza d’ingegneria romana antica, in quanto le strutture di sostegno, non ancora tutte conformate come colonne, proprio da quell’ingegneria lì provengono. La parte prospiciente la chiesa è in parte caduta per un incendio o forse per un terremoto, e ha lasciato crescere una di quelle bizzarre credenze popolari che la fa chiamare “la chiesa del diavolo”. Pare che il Maligno, responsabile della distruzione, abbia avuto un pentimento e abbia tentato di ricostruirla in una notte. Ovviamente non poteva farcela. Sarà forse questa credenza popolare a far sì che il luogo, meritevole di visite regolari, sia invece dimenticato. A voi di riscattarne il destino.
In epoca longobarda Lomello era assai importante, trovandosi sulla strada che da Pavia, capitale del regno, porta verso la Francia: fu degna di ospitare nel novembre del 590 il matrimonio tra la regina Teodolinda, vedova di Autari, e il duca di Torino Agilulfo, poi dipinto nella cappella a lei dedicata nel Duomo di Monza dai fratelli Zavattari tra il 1441 e il 1446.
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da Milano: 60 chilometri