AL MUSEO DEL CASTELLO IL MEGLIO È AL
PIANTERRENO
ANCHE LA PASSEGGIATA IN UN MUSEO può diventare una bella esperienza se il museo è sufficientemente vasto, complesso e pieno di sorprese. Ne è esempio eccellente nel cuore di Milano quello del Castello Sforzesco. Il grande edificio quattrocentesco restaurato da Beltrami è troppo spesso vissuto solo come una scenografia urbana da attraversare; pochi capiscono che entrarvi è la vera esperienza da compiere. Nacque come luogo espositivo all’inizio del XX secolo, separando le collezioni milanesi in due raccolte differenti: a Brera la pittura, al Castello gli oggetti; dove per oggetti si intendevano la scultura, le arti decorative, i documenti storici, le armi. Infatti ai piani alti troverete alcune raccolte di terraglie e maioliche di grande fascino; la collezione forse più importante in Europa di avori medievali; un gruppo di strumenti musicali che da soli farebbero un museo; una serie di mobili che sono una lezione per chiunque voglia vedere il meglio dell’antiquariato. La pinacoteca è una recente rivalsa a Brera con quadri degni di attenzione; la sezione giapponese appena riordinata è di eccellente qualità. Ma il meglio è sicuramente il pianterreno, dove si passa dal capolavoro assoluto di Bonino da Campione, il Monumento equestre a Bernabò Visconti, alla tomba di Gastone di Foix del Bambaia, per arrivare – attraverso l’allestimento di gusto raffinatissimo dei BBPR, esempio sommo della museologia postbellica – fino a quella sorta di piccola cappella votiva dove in silenzio mistico e in luce naturale morbida troverete la Pietà Rondanini di Michelangelo.
Nella raccolta di arti decorative è conservata la Stanza di Griselda, camera da letto di Pier Maria Rossi e dell’amata Bianca Pellegrini che si trovava fino al 1897 nel castello di Roccabianca Parmense. Il soffitto mostra un ciclo astrologico, e gli affreschi delle pareti si ispirano alla centesima novella del Decameron di Giovanni Boccaccio.