ECHI LEONARDESCHI
MELZO, APPENA FUORI MILANO, è tuttora una curiosa sorpresa. La vasta tenuta degli Invernizzi ha lì garantito una conservazione paesaggistica che è un’assoluta rarità nel disordine urbanistico dell’hinterland milanese. Forse per questo motivo anche il centro di Melzo appare ben più conservato del previsto. Quello che fu il feudo regalato a Lucia Marliani dal suo amante Galeazzo Maria Sforza divenne feudo consolidato al maresciallo Giangiacomo Trivulzio per aver condotto le truppe di Luigi XII alla presa di Milano e alla fine della gloria sforzesca, e rimane tuttora un ambito dove il sapore denso della storia si fa tangibile. Le case basse del centro cittadino conservano la loro grazia, che si ritrova tutta condensata nella piccola chiesa di Sant’Andrea. In questa troverete un ciclo di affreschi che lascia ancora molti dubbi nella critica. L’atmosfera leonardesca è assai apparente, anche se direttamente a Leonardo è difficile riferirsi. Che si tratti di un artista della sua cerchia è comunque evidente, e lo testimonia la grazia della Madonna sotto al nicchio. Quanto lo conta sant’Andrea sulla sua croce a forma di X, che ricorda il famoso disegno sulle armonie del corpo di Leonardo, noto come Uomo vitruviano. Forse non un capolavoro eccelso ma innegabilmente un luogo di grande evocazione.
La croce di sant’Andrea è una croce decussata, ovvero con i bracci posti in diagonale a “X”, a differenza di quella latina con i bracci perpendicolari; deriva dalla croce che fu usata per il supplizio di sant’Andrea per sua stessa scelta, non osando paragonarsi a Cristo nel martirio.
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da Milano: 23 chilometri