QUEI DECORI CHE SFIDANO IL
TEMPO
SULLA MILANO-LECCO CI SI FERMA A CIVATE dando uno sguardo melanconico al lago di Annone e poi si sale a piedi, per chi è bravo in mezz’ora, per chi è come me in un’ora e mezza… e si scopre la meraviglia: San Pietro, un edificio semicircolare, romanico, che contiene all’interno l’edificio rettangolare a una navata sola e la cripta. I decori di stucco sono d’eccezione e suonano un bizzarro parallelismo col ciborio di Sant’Ambrogio a Milano, a tal punto che la datazione solitamente indicante l’inizio del XII secolo potrebbe essere sfacciatamente portata ben più indietro verso sapori del IX secolo, quando tra Carlo Magno, Ludovico il Pio e Lotario questa striscia di terra alpina era centrale per l’Europa e via necessaria per Milano. La vista è mozzafiato, l’emozione è tale da esser diventata fonte di ispirazione per l’architetto Mario Botta.
La leggenda fa risalire le origini di San Pietro al Monte all’ultimo re dei Longobardi, Desiderio, che vi fece costruire un cenobio nel 772 per la guarigione miracolosa del figlio Adelchi, quello della tragedia di Manzoni, dovuta alle acque di una fonte che vi scorre tutt’oggi nei pressi.
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da Milano: 50 chilometri