MORTI DELLE TRE BOCCHE
SE L’ANIMO ROMANTICO vi porta come quello di Chateaubriand a sentire le vibrazioni profonde delle memorie d’oltretomba, non vi è luogo più evocativo del tempietto votivo d’Ombriano nelle vicinanze di Crema. L’edificio barocco dei primi del Settecento porta al raccoglimento attorno a un cortiletto sul quale s’affaccia un porticato ovale, parzialmente affrescato e assai malconcio oggi. Ricorda un Ferragosto terribile – o meglio il giorno feriale successivo – del lontano 1705, quando l’Europa ancora una volta decise di dilaniarsi nell’ambito della Guerra di successione spagnola che portò sul trono di Madrid l’ultimo discendente di Francia Filippo V, nipote di Luigi XIV ancora regnante, quindi il primo Borbone di Spagna, il che fece trasalire l’Austria asburgica che rivendicava il medesimo diritto. Al servizio di Leopoldo I imperatore allora era il principe Eugenio di Savoia. Uno degli scontri più sanguinosi avvenne ovviamente nell’Italia padana, quando le truppe franco-ispaniche furono sbaragliate dalla lega fra Austria, Inghilterra e Olanda. Ma prima il maresciallo de Vendôme si scontrò col Savoia nei pressi di Cassano d’Adda ed ebbe la meglio sparando e annegando nella roggia i soldati austriaci. Alcune salme furono trascinate fino alle tre bocche d’un ponte a venti miglia di distanza. I contadini diedero loro pietosa sepoltura, primo indizio italico della pietas che avrebbe un secolo e mezzo dopo fatto nascere la Croce Rossa a Solferino. L’anno successivo il Savoia, questa volta vittorioso, fece là costruire il tempietto votivo, luogo di memoria, detto dei Morti delle Tre Bocche.
Le più belle ville di Ombriano sono Villa Benvenuti Clavelli, che ospita – insieme agli eredi del conte Lodovico Benvenuti, patriota, europeista, fondatore del CNL di Crema – un piccolo e delizioso bed&breakfast, e Villa Rossi, appartenuta al senatore Mario Crespi che durante la Seconda guerra mondiale vi trasferì redazione e rotative del “Corriere della Sera”.
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da Milano: 44 chilometri