LO SVAGO DEI VISCONTI AL CASTELLO DI
PAVIA
SAREBBE QUASI a un tiro di schioppo da Milano, la magica Pavia, eppure è psicologicamente così lontana, affogata nelle nebbie invernali oppure isolata nelle calure estive. Bonvesin della Riva, massimo doctor grammaticae del Dugento, abile cronachista, sostiene che i milanesi viscontei lì decisero di impiantare l’università, in quanto non volevano gli studenti goliardi sotto casa loro. Pavia nasce nel fondo della storia, quando i Longobardi la scelgono come capitale nella quale le loro tribù proclameranno il proprio re. È un centro del mondo un po’ dimenticato, e appunto quel tiro di schioppo l’allontana psicologicamente dalla capitale lombarda. I Visconti l’accarezzavano per andarvi a caccia e vi costruirono una delle più belle fra le loro residenze di svago. La bizzarra somma medievale fra svago e università si respira ancora nella dolce obsolescenza della sua aria. E una lenta passeggiata fra strade ed edifici di mattone vi farà respirare quell’aria dove il sottile profumo delle umidità fluviali si fa costante nella sua estetica. Non dimenticate una visita nelle sue chiese commoventi. Merita attenzione la cripta di Sant’Eusebio. Vi potrebbe esaltare l’arca di Sant’Agostino conservata sotto il Ciel d’Oro mosaicato della basilica di San Pietro.
Fu Gian Galeazzo Visconti a trasformare il castello di Pavia in una delle più sontuose residenze ducali: celeberrime furono l’armeria e la biblioteca di circa 2000 incunaboli in parte poi confluiti nella Bibliothèque Nationale di Parigi, e le decorazioni ad affresco, ricche e variegate, tra cui quelle perdute del Pisanello con diversi animali “fatti d’oro”. Oggi è sede dei Musei Civici.
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da Milano: 40 chilometri