CHIARA E IL PICCIO
VARESE UNA VOLTA ERA CHIAMATA LA “CITTÀ GIARDINO” per la quantità di ville che la nobiltà lombarda vi aveva sparso tra colline e lago, uno spirito arcadico che il mondo odierno può riscoprire talvolta come un’età dell’oro ormai dimenticata. Bellissimo esempio, Palazzo Estense, che di palazzo fa poca gloria ma di giardini esalta la più fine cultura arcadica del XVIII secolo e dell’allestimento paesaggistico preromantico. Non erano i primi, loro, ad avere scoperto la dolcezza di quei paesaggi, perché a pochi chilometri da lì troverete il castello di Masnago, bell’edificio quattrocentesco decorato con un ciclo di affreschi fra i più ghiotti di un’epoca nella quale la vita dei signori era già intimamente signorile. Elevatissima qualità pittorica che narra i passatempi, i vizi e le virtù, tra dame sofisticate, giochi di società e di campagna. Il castello contiene pure una raccolta di arti più recenti, tra le quali ecciterà la fantasia sia letteraria sia pittorica la raccolta dei disegni del Piccio lasciata dallo scrittore Piero Chiara, quell’uomo fine dalla penna sottile che ebbe per le atmosfere lacustri un gusto melanconico perenne. E poi ancora, anche lì, la qualità romantica profonda del vasto giardino.
Anche a Masnago si tiene un palio. È una festa recente, iniziata nel settembre 1979, quando si tenne la prima edizione del Palio delle sei contrade, nato per richiamare le tradizioni paesane – v’era l’usanza nella prima settimana di settembre di portare in chiesa come offerta i prodotti della terra – che stavano perdendosi per la prossimità alla realtà urbana di Varese.
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da Milano: 60 chilometri