IN ATTESA DELLA RINASCITA
SI RITROVA IN UNA PORZIONE di paesaggio lombardo miracolosamente intatto, il monastero di Astino, e offre al fortunato visitatore un colpo d’occhio assolutamente fuori dall’ordinario. È posato in pianura sotto le mura occidentali della città di Bergamo e comprende un’area agricola ancora coltivata a campi e a vigna. In quel luogo magico e mistico al contempo lo sguardo si muove senza trovare interventi di architettura recente: un tuffo nel passato poetico. L’insediamento del monastero è antichissimo, risale alla fine dell’XI secolo, quando i monaci vallombrosiani centro-italiani s’impiantano a Bergamo in opposizione al vescovo Gualberto, che tutto era fuorché un sant’uomo e per giunta professava fede politica filoimperiale. La chiesa con gli anni cambia decorazione e riassume assai bene le epoche successive con un organo centrale di fine Cinquecento e una scalinata d’accesso assai scenografica. Sono gli edifici adiacenti a colpire la memoria: un vasto cenacolo quattrocentesco assai similare a quello ben noto di Milano, una corte che si delinea fra archi e colonne rinascimentali di portentosa eleganza. Ma sono soprattutto le cantine a commuovere. Erano luogo di spremitura delle uve vicine e di stagionatura del vino e se ne sente tuttora l’odore fra tini e botti, pavimento in terra battuta e muri a secco.
La Valle di Astino si mostra come una conca di grande bellezza paesaggistica; una strada panoramica, che ha il suo fulcro nel monastero e attraversa Borgo Canale, raggiunge la Città Alta di Bergamo attraverso Porta Sant’Alessandro, superando il sistema delle mura medievali.
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da Milano: 50 chilometri