A BERGAMO ALTA IL RICORDO DEL
GUERRIERO
GIÀ VI ABBIAMO SUGGERITO IN PASSATO di salire sulla collina, il Berg alemannico-lombardo che domina l’infinita pianura, cioè Bergamo Alta. L’invito si ripete per dare uno sguardo a uno dei più pregnanti capolavori del primo Rinascimento, la cappella cioè dei Colleoni. Il Bartolomeo, che sconfisse il collega Braccio da Montone, traeva stirpe da una famiglia guerriera che già nel Dugento si era distinta sotto l’imperatore Federico II con tale epico antenato dal nome bizzarro Sozzon de’ Coglioni, il quale aveva lasciato alla famiglia uno stemma dove i nobili attributi erano addirittura tre, “Duos colionos albos in campo rubeo de supra et unum colionum rubeum in campo albo infra ipsum campum rubeum”. Diventa egli condottiero, una di quelle formidabili figure di self made man a disposizione guerriera di chi lo ingaggia come oggi è a disposizione dell’impresa il manager vagante. Nobile la sua statua veneziana, per opera del Verrocchio. Esempio encomiabile per gli uomini d’oggi, gestisce egli il potere e la spada al pari con il gusto e la testa, e costruisce per se stesso un mausoleo di gusto umanistico posto accanto alla basilica di Santa Maria Maggiore, che è bellissimo esempio di quella potente articolazione del gusto tardo quattrocentesco che poniamo oggi alla base del Rinascimento. Stirpe, gusto e grinta combinati che dovrebbero far riflettere gli eroi d’oggi.
La costruzione della cappella iniziò con l’abbattimento della sagrestia del Duomo, nonostante una supplica iniziale dei rettori della chiesa per mantenerla, che tuttavia diedero poi l’assenso per spianarla e dar luogo al mausoleo: rimane il dubbio che stufo delle lungaggini burocratiche, l’impetuoso condottiero abbia accelerato l’impresa manu militari.
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da Milano: 58 chilometri