VINO DI CARAVAGGIO E MAGIA DELLE
CANTINE
TRA BERGAMO E IL LAGO D’ISEO v’è una fascia collinare particolarmente adatta alla vigna, fin dalla notte dei tempi. Vi troverete il borgo di Grumello del Monte, ancora sostanzialmente intatto e come miracolosamente salvo dall’urbanistica fluida che ha colpito gran parte della Lombardia. In mezzo al paese, sulla collina, si erge un castello duecentesco, centro d’una piccola azienda vitivinicola, che essendo interessata all’approdo del pubblico tiene le porte aperte. Le cantine sono una sorta di meraviglioso salto nella storia passata, come lo sono le torri e gli spazi circostanti. Ma la vera sorpresa intellettuale è un vino particolare di colore rosso ambrato che sembra in tutto e per tutto similare a quello che il Caravaggio, proveniente da una famiglia della zona, fa vedere nel bicchiere del suo giovane Bacco, a riprova del fatto che il suo realismo era effettivamente reale. Si tratta d’un vitigno autoctono, o così almeno si dice, in quanto è sopravvissuto all’epidemia della filossera che, venuta dall’America, distrusse gran parte delle vigne d’Europa sul finire del XIX secolo. Essendo esso bergamasco oriundo, resistette a tutto, esattamente come fanno i bergamaschi. E dà oggi un vino passito che consente un viaggio nel cuore del Seicento. Dolce ma non troppo, corposo e convinto. Lascia un buon ricordo, come i bergamaschi.
Poco distante è anche visitabile il castello di Bianzano in Val Cavallina, uno degli esempi più significativi di architettura fortificata nella bergamasca, circondato da una doppia cortina muraria con torri angolari che guardano i 4 punti cardinali.
→
da Milano: 70 chilometri