IL VILLAGGIO SOCIALE DEL “SCIUR
PADRUN”
C’ERA UNA VOLTA L’INDUSTRIA con a capo il padrone. Il “sciur padrun”, quello “da li béli braghi bianchi” che non mise, come nella canzone, “fora li palanchi” per le operaie in protesta, ma ebbe l’idea tuttora commovente di tirare fuori i suoi danari allo scopo d’inventare una intera città operaia. Si tratta di Crespi d’Adda. Cristoforo Benigno Crespi era nato a Busto Arsizio nel 1833. Si trasferì per fare fabbrica nella bergamasca e acquistò ottantacinque ettari agricoli fra i Comuni di Capriate San Gervasio e Canonica d’Adda. Vi impiantò la fabbrica tessile e attorno vi fece costruire un villaggio residenziale per i lavoratori, che è uno dei primi esempi europei di urbanistica sociale e oggi un documento formidabile di archeologia industriale. C’era tutto il necessario, dagli spacci alle scuole. Tutto perfettamente ordinato. Non contento decise anche l’impianto del cimitero: il padrone al centro, gli impiegati (allora avevano ancora il colletto bianco) attorno a lui raccolti e infine l’esercito operaio sotto dominio nell’eternità dei secoli. Incaricò del progetto cimiteriale il medesimo architetto espressionista modernista Gaetano Moretti, al quale aveva già affidato l’invenzione della centrale idroelettrica sull’Adda. Tutte le energie assieme. E oggi un luogo che merita la visita poiché anche l’Unesco gli riconosce il titolo di patrimonio dell’umanità.
È uno degli esempi meglio conservati di villaggio operaio industriale al mondo; l’ex cotonificio, funzionante fino al dicembre 2003, è ora soggetto a un piano di recupero, mentre il borgo è tutt’oggi abitato e il cimitero – curato dalla comunità locale – ancora in funzione.
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da Milano: 40 chilometri