DA CIMITERO TRA LE MURA A MUSEO DEI
BAMBINI
UNA DELLE STRUTTURE PUBBLICHE STORICHE di cui la città di Milano dovrebbe essere fierissima è quel complesso che nei secoli si è venuto ad articolare attorno all’Ospedale Maggiore, la Ca’ Granda di via Festa del Perdono. Gli incurabili venivano mandati fuori porta nella grande struttura del Lazzaretto, della quale rimangono oggi poche tracce; rimane invece intatta l’area cimiteriale, che venne a sostituire la pratica della sepoltura direttamente nell’edificio storico del Filarete e del Richini. Alla fine del XVII secolo fu a questo scopo infatti decisa la costruzione dell’edificio della Besana, un’area articolata e cintata con un porticato coperto all’interno della quale fu posta, a croce greca perfetta, la chiesa di San Michele, inaugurata nell’Anno Domini 1700. Pare che lì abbiano trovato sepoltura più di 170.000 defunti. Poi alla fine del Settecento, in un momento di grandeur l’architetto Cagnola decise di trasformare il tutto in quella che doveva essere la sede del culto del Regno d’Italia napoleonico. Quando tornarono gli austriaci, cadde nella damnatio memoriae e in una lenta decadenza. Rinasce oggi come sede del MUBA, il Museo dei bambini. La complessità della sua storia, che testimoniano ormai solo i capitelli scolpiti con i teschi delle colonne interne, ne fa uno dei luoghi più evocativi dell’impegno sociale cittadino.
Il complesso dal XX secolo è noto come “Rotonda della Besana” per l’affaccio su via Enrico Besana: mazziniano, viaggiatore e medico, fu anche Capitano della Guardia Civica nelle Cinque giornate di Milano del 1848, e volontario garibaldino nella Battaglia di San Fermo del 1859.