IL GODERECCIO PIRRO
L’HINTERLAND MILANESE non è luogo tra i più ameni, questo tutti lo sanno. Anzi, l’identificazione di alcuni luoghi passa, come nel caso di Lainate, dall’immagine del bivio autostradale a quella del caos di un urbanismo liquido che ha incollato l’uno all’altro i Comuni, in un disordine che genera tutto fuorché buon umore. Eppure anche lì persistono i piccoli miracoli sia estetici sia umani: Villa Litta di Lainate, proprietà comunale decorosamente restaurata, con un ninfeo di formidabile interesse storico mantenuto in vita e in funzione da un’associazione di volontari. Fu voluta da Pirro I Visconti Borromeo nel 1585. Era egli parente del severissimo san Carlo e del coltissimo Federico, ma era innegabilmente più godereccio di tutti e due: tra grotte e anfratti teneva le sculture, una prestigiosa collezione di opere d’arte, e faceva zampillare getti di acque a suo comando inaspettato tra le gambe dei visitatori e probabilmente anche di giovani contadinelle locali, che così venivano ripulite dalle arsure estive. Lussi nobiliari che di solito s’immaginano legati alle lussurie centro-italiane e che gettano invece sulla severa Lombardia un’atmosfera d’inattesa simpatia.
Stendhal ne scriveva in Rome, Naples et Florence nel 1817: “Conviene guardarsi bene dal passeggiare soli a Lainate; il giardino è pieno di getti d’acqua fatti apposta per inzuppare gli spettatori. Posando il piede sul primo gradino di una certa scala, sei getti d’acqua mi sono schizzati tra le gambe”.
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da Milano: 20 chilometri