LUINI A LUGANO, ECHI DI
LEONARDO
Bernardino Luini, Passione e Crocefissione, S. Maria degli Angeli, Lugano (Svizzera)
ENTRARE IN AREA EXTRACOMUNITARIA pur rimanendo nella zona del dialetto lombardo è cosa assai facile. Basta fare un salto nella Confederazione Elvetica, Canton Ticino. Oggi è diocesi autonoma ma rimane pur sempre con patrono primo san Carlo Borromeo, che fu cardinale e vescovo di Milano, e celebra come patrono secondo sant’Abbondio, quello che fu vescovo di Como. E le testimonianze storico-artistiche lo confermano. La chiesa di Santa Maria degli Angeli a Lugano ne è la prova. L’edificio frugale quanto i francescani che lo vollero per il loro convento è di fine XV secolo e non sa ancora che il Rinascimento giù lì in quella che sarà un giorno Italia sta già fiorendo: è quindi severamente costruito con un incrocio di sapori romanici nel nartece e gotici per il sostegno della capriata. Ma non fugge alla sua contemporaneità. Anzi, nel grande affresco raffigurante la Crocefissione, riassume tutte le contraddizioni che la Lombardia d’allora lasciava convivere. È opera questa della maturità estrema di Bernardino Luini, che la realizza nel 1529 poco prima di morire cinquantenne. Ed è il pittore innegabilmente ispirato nel suo operare abituale dalla maestria imprescindibile di Leonardo. Ma in questo suo lavoro finale combina una curiosa mescolanza fra lo stile nuovo del maestro toscano che ha stupito l’opinione milanese con il suo Cenacolo e l’altro affresco presente speculare a Santa Maria delle Grazie, quello del Montorfano, che narra anche lui la scena della Crocefissione già negli ultimi anni del secolo precedente. Vi ritroverete il medesimo affollamento urbano in una Gerusalemme caotica, dove solo le due edicole dipinte ai lati già declinano la nuova architettura classica rinascimentale. Il Luini dal Montorfano riprende quella particolare iconografia nordica dove sulla croce del cattivo ladrone il diavolo porta via l’anima del malcapitato mentre sulla croce del ladrone pentito un angelo si fa carico dell’anima salvata. Le similitudini sono tante: i due cavalli ai lati della croce del Cristo, le figure di profilo, le donne addolorate e, lassù nei cieli, quegli angeli straziati e dolenti. Il ritmo complessivo è commovente.
La grandiosa Passione e Crocefissione venne affrescata da Bernardino Luini nel 1529 sul tramezzo della chiesa, quella struttura simile all’iconostasi orientale che divide la chiesa aperta al pubblico da quella riservata ai religiosi. La maggior parte di queste pareti affrescate andò distrutta dopo il Concilio di Trento per esigenze di visibilità del rito celebrato.
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da Milano: 80 chilometri