SUGGESTIONI CONTADINE NELLA
ROCCA
I MALASPINA, nel percorso d’ascesa che li portò a essere signori della Lunigiana, di Massa e di Carrara, s’erano fatti le ossa nel pavese. Lo testimonia oggi ancora il castello di Oramala, che fu costruito prima dell’anno Mille e fu poi per quattro secoli il loro nido d’aquila. Era piazzato sotto la tutela del monastero di Bobbio come luogo imprendibile. Anche il trovatore Aimeric de Peguilhan vi trovò rifugio all’inizio del Duecento dalle persecuzioni contro gli albigesi e vi cantò la gloria del suo protettore. Più rocca di così non potrebbe infatti essere: si affaccia sulla valle Staffora stagliandosi sulla linea d’orizzonte con la sua torre quattrocentesca, quella sorta per volere di Manfredi Malaspina quando, diventato signore potente per terre accumulate, ne ordinò una nuova fortificazione. Era questa allora adatta alle sue ambizioni e al mutare dell’arte della guerra, che stava scoprendo la polvere, la bombarda e poi il cannone. Rustico d’aspetto, il castello ha raggiunto oggi il suo destino redento diventando Museo del ferro battuto. Rimarrà soddisfatto chi ha curiosità per utensili di mugnai e ciabattini; chi ne vuol sapere di più può scendere fino a Varzi, sul torrente Staffora, a vedere l’altra torre dei Malaspina, per affettare poi il noto salame, quello che a quanto pare insaccavano già i Longobardi.
Lungo la Valle Staffora passava la via del sale, che si snodava tra Pavia e Genova. Le merci provenienti dal Settentrione, soprattutto lana e armi, attraversavano a dorso di mulo valli e crinali – che oggi costituiscono un itinerario turistico – per tornare indietro con i preziosi carichi di sale.
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da Milano a Val di Nizza (PV): 100 chilometri