IL PIÙ BELLO È A MILANO
MILANO CONTIENE UN PICCOLO SEGRETO MUSEALE, anche se questo segreto – appena rivelato – diventa evidente: è il tessuto costituito da sei musei ai quali si accede facendo poche centinaia di passi dall’uno all’altro, e che non hanno bisogno più di tanto di bookshop, gift shop, coffee shop e altre diavolerie anglosassoni, perché fra l’uno e l’altro troverete le librerie, i bar e le pasticcerie del centro. È un modello meneghino formidabile, che le amministrazioni cittadine tendono a dimenticare.
Si parte dal bar Cova di via Montenapoleone, si gira a destra in via Sant’Andrea, in Palazzo Morando il Museo di Milano, con una sorprendente collezione di paesaggi che narrano la città.
Si gira in fondo in via della Spiga e poi in via Santo Spirito ecco il Bagatti Valsecchi, una gloriosa quanto ombrosa dimora della borghesia d’inizio del XIX secolo, con armature e un’eterea santa del Bellini. Si risale via Manzoni per il Poldi Pezzoli, una collezione dove la bulimia del fondatore ha lasciato raccolte d’una poetica infinita, e si attraversa per via Borgonuovo fino al Museo del Risorgimento: un saluto al mantello che portò Napoleone per l’incoronazione, un saluto al mio parente Francesco Daverio, segretario dell’insurrezione del 1848!
Si riscende via Verdi per il museino della Scala, delizia assoluta che consente anche di mettere il naso nel teatro. Sulla medesima piazza, le Gallerie d’Italia, fresche ed eccellenti. Altri 300 metri, la casa di Manzoni. E ditemi se è poco! Chiusura, corso Matteotti alla pasticceria del Sant Ambroeus. I libri e i cataloghi alla Milano Libri, alla Feltrinelli, da Hoepli; i cataloghi storici da Bocca in Galleria. Il più bel Museo diffuso d’Europa.
Il nucleo di opere del Museo di Milano risale al lascito della collezione di Luigi Beretta, inizialmente accorpatasi intorno a un dipinto ricevuto per via ereditaria: La Corsia dei servi di Giuseppe Canella trasformò l’entusiasmo del cavaliere in vero e proprio collezionismo sul tema della “milanesità”.