L’EROTISMO LEGGERO NELLA
VILLA
È TALMENTE MAGICA che la si può visitare, parco compreso, anche nel freddo dell’inverno: ne rimarrete stupiti, e ci tornerete per ammirare i giardini all’italiana a primavera avanzata.
Bisuschio è collocata in quel passaggio di valli che collega il lago di Lugano al lago di Varese, dove forse corrono ancora divinità antiche, probabili fauni e ninfe, tra grotte e cascatelle.
Villa Cicogna Mozzoni guarda invece un ambito di paesaggio più libero, che fu scelto tra la fine del Quattrocento e i primi fulgori cinquecenteschi del Rinascimento per insediarvi il casino di caccia dei Mozzoni. È quindi una testimonianza mirabile della villa di piacere, così come la si intende dal Petrarca in avanti. Straordinaria nella sua eleganza, dove la forma a ferro di cavallo dialoga con un giardino all’italiana formalmente ancora perfetto, che invita alla passeggiata collinare, con la scalinata che si conclude nel tempietto. Monumento nazionale, conserva la stratificazione secolare degli arredi, dai letti a baldacchino alla biblioteca, dipinti compresi in dialogo con i fregi e i soffitti a cassettoni. Commoventi sono i camini con le cappe decorate a fresco, e con quel gusto di erotismo leggero che fu il vero riscatto neoantico della Rinascenza. Portici eleganti dove spesso vi capiterà la fortuna di ascoltare concerti in perfetta sintonia con la sua atmosfera.
Tra le cacce rinascimentali che qui si svolgevano, le più appassionanti erano quelle all’orso bruno, che allora infestava i boschi della Valceresio. Memorabile la battuta in cui il duca Galeazzo Maria Sforza venne salvato da Agostino Mozzoni e dal suo cane da un orso ferito inferocito, coraggio che venne premiato con favori ed esenzioni che arricchirono la famiglia.
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da Milano: 65 chilometri