IL LUSSO DEL CUOIO ROSSO
FRA IL FOPPA E BRAMANTINO c’è lui, allievo del primo e tutore del secondo. Si tratta di Bernardino Butinone, nato a Treviglio a metà del Quattrocento. A Treviglio era nato pure un po’ dopo di lui Bernardo Zenale. Bernardino e Bernardo lavorarono assieme per realizzare il grande polittico di San Martino, sul finire del secolo e sempre a Treviglio, il che ebbe l’effetto miracoloso di porre il borgo nella storia dell’arte come luogo da visitare per vedervi uno dei massimi capolavori del Rinascimento nel Settentrione. È questa infatti una vasta opera, tuttora conservata nella sua sontuosa cornice che ne scandisce le tavole dipinte, in tutto dieci, fra le quali centrale è quella di san Martino, con un punto di fuga prospettico che diventa tale anche per le altre composizioni che la contornano: qui sta la modernità dell’opera, la quale non è una collazione di tavole ma una orchestrazione visiva coordinata. Una particolare attenzione va data ai finimenti del cavallo del santo: sono tinti in quel bel rosso che faceva allora apprezzare il più lussuoso dei cuoi e che ricompare sia nelle opere coeve folli di Cosmè Tura sia nell’arrivo del Basileus a Firenze per il Concilio nell’affresco di Benozzo Gozzoli. Un’Italia allora già unica nel colore del cuoio rosso. Il primo made in Italy.
Sulla facciata della casa di Simone della Piazza del XVI secolo, che si affaccia su piazza Manara, vi è un simbolo con tre croci che rappresenta le origini di Treviglio, quando le tre comunità rurali di Portoli, Pisgnano e Cusarola – con le rispettive chiese di San Maurizio, Sant’Eutropio e San Zeno – si unirono a scopo difensivo in un unico centro fortificato denominato Trivillium.
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da Milano: 40 chilometri