DICKENS E L’INCANTO DELL’ISOLA
BELLA
CHARLES DICKENS LA TROVAVA GIÀ MERAVIGLIOSA, perché vi sentiva tutta la fantasia esotica che il viaggiatore poteva immaginare in un’Italia da sogno. E infatti così era nata, come una meraviglia nel secolo della Controriforma lombarda, quando la tensione fra peste e sfarzo lasciava soffrire in chiesa e godere in casa. È fin dal Cinquecento casa estiva dei Borromeo e vide passare lì tutti loro, cardinali e principi, severi o bonari. È la prova che il mantenimento della stessa proprietà nei secoli fa bene alla proprietà stessa. E così con gli anni s’è costituita come armonia perfetta tra follia del giardino e rigore del palazzo voluto da Vitaliano I e progettato dalla gerarchia completa dei lombardi e ticinesi che stavano mutando l’estetica di Roma. Luogo sommo della festa barocca, è oggi documento estetico in stato di perfetta conservazione. Le terrazze del giardino si concludono sulle acque del lago Maggiore come fossero il cassero di poppa d’una nave d’epoca e contengono una raccolta botanica che trova il suo compimento per i maniaci nell’altra isola, quella denominata Madre. Il palazzo, aperto come i giardini al pubblico, è tenuto con il garbo d’una proprietà privata, ha visto riordinate le raccolte dei dipinti e fa riflettere il visitatore solitamente frustrato dalla mestizia delle raccolte pubbliche, quelle pagate dai contribuenti.
A pochissima distanza dall’Isola Bella si intravede l’Isola dei Pescatori, sede di un pittoresco villaggio di pescatori, dove vivono ancora una cinquantina di persone, che si prendono cura del delizioso piccolo cimitero – con modellini di barche su molte lapidi – situato dietro la chiesa di San Vittore, sorta intorno all’anno Mille e ricostruita tra XVII e XVIII secolo.
→
da Milano: 90 chilometri