I “BRUTTI MA BUONI” NELL’ARMONIA DEL
CHIOSTRO
GAVIRATE GIÀ DI PER SÉ MERITA UNA GITA, per via della vista sublime che offre sul lago di Varese e per via di certi biscotti detti brutti ma buoni che gli abitanti locali reputano avere per primi estratti dai forni a pane. Il chiostro di Voltorre vi solleverà ulteriormente nei pensieri: unisce l’antichissimo mondo paleolitico dei primi palafitticoli del lago alle ville con i giardini a terrazze dell’Ottocento. È al contempo paesaggio e architettura e offre quell’equilibrio cortese che sta alla base della vita monastica secondo la regola di san Bernardo. I suoi chiostri appartengono a una prassi costruttiva per fasi successive anche se ravvicinate, e i singoli capitelli assai frugali formano una narrazione che riporta il visitatore in sedimenti arcani. Luogo adatto alla meditazione. Alla contemplazione d’un paesaggio e di un’aria tersa fuori dall’ordinario.
Il chiostro risulta completato almeno per la maggior parte nell’anno 1200: ne è testimonianza la scritta scolpita su un capitello: “Lafrancus magister filius Domergatii de Livurno” che attesta “Lanfranco figlio di Domenico da Ligurno” quale scultore e mastro costruttore.
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da Milano: 66 chilometri