Atto III

 

Soggiorno alla Manor House.

(Guendalina e Cecilia sono alla finestra, e guardano in giardino).

 

GUENDALINA: Il fatto che non ci abbiano subito seguito in casa, come chiunque altro avrebbe fatto, sembra indicare che hanno ancora un po’ di pudore.

CECILIA: Stavano mangiando i dolcetti. Questo mi fa pensare a un pentimento.

GUENDALINA (dopo una pausa): Ci hanno completamente dimenticate. Non potresti tossire?

CECILIA: Ma io non ho la tosse.

GUENDALINA: Adesso guardano da questa parte. Che sfrontatezza!

CECILIA: Si avvicinano. Hanno un bel coraggio!

GUENDALINA: Restiamo in dignitoso silenzio.

CECILIA: Certamente. È la sola cosa da fare.

(Entra Worthing seguito da Agenore. Fischiettano un’atroce aria da operetta inglese).

GUENDALINA: Questo dignitoso silenzio sembra produrre un effetto sgradevole.

CECILIA: Sgradevolissimo.

GUENDALINA: Non saremo certo noi a parlare per prime.

CECILIA: Assolutamente no.

GUENDALINA: Signor Worthing, ho qualcosa da domandarvi. Tutto dipende dalla vostra risposta.

CECILIA: Guendalina, il tuo buonsenso è impagabile. Signor Moncrieff, abbiate la cortesia di rispondere a questa domanda. Perché avete finto di essere il fratello del mio tutore?

AGENORE: Per poter avere l’occasione di incontrarvi.

CECILIA (a Guendalina): Questa sembra una spiegazione plausibile, non ti pare?

GUENDALINA: Sì, cara, se gli credi.

CECILIA: Non gli credo. Ma questo non altera l’effetto meraviglioso della sua risposta.

GUENDALINA: Verissimo. Nelle cose importanti, lo stile, non la sincerità, è quello che conta. Signor Worthing, che spiegazione potete darmi per aver finto d’avere un fratello? Era per avere l’occasione di venire in città a vedermi il più spesso possibile?

WORTHING: Potete dubitarne, miss Fairfax?

GUENDALINA: Ho molti dubbi a questo riguardo. Ma intendo fugarli. Non è il momento di fare dello scetticismo tedesco. (A Cecilia): Le loro spiegazioni sembrano pienamente soddisfacenti; specialmente quella del signor Worthing ha tutta l’aria della verità.

CECILIA: Io sono soddisfattissima di quello che il signor Moncrieff dice. La sua voce mi ispira assoluta fiducia.

GUENDALINA: Credi che dobbiamo perdonarli?

CECILIA: Credo di sì. Voglio dire: no.

GUENDALINA: Hai ragione! Avevo dimenticato. Vi sono princìpi ai quali non bisogna rinunziare. Chi di noi due deve dirglielo? Non è un compito piacevole.

CECILIA: Non potremmo parlare tutte due insieme?

GUENDALINA: Un’idea eccellente. In generale io parlo sempre prima degli altri. Vuoi seguirmi?

CECILIA: Comincia.

(Guendalina marca il tempo con il dito).

GUENDALINA e CECILIA: I vostri nomi di battesimo sono ancora una barriera insuperabile. Ecco tutto!

WORTHING e AGENORE: I nostri nomi di battesimo! E questo è tutto? Ma noi andiamo a farci battezzare questo pomeriggio stesso.

GUENDALINA: E per me voi siete pronto a fare questa terribile cosa?

WORTHING: Lo sono.

CECILIA: E per farmi piacere voi siete pronto a fare questo sacrificio immenso?

AGENORE: Lo sono!

GUENDALINA: Com’è assurdo parlare dell’uguaglianza dei sessi! Quando si tratta di abnegazione, gli uomini sono infinitamente superiori a noi.

WORTHING: Lo siamo. (Stringe vigorosamente la mano ad Agenore).

CECILIA: Hanno momenti di coraggio fisico di cui noi donne non siamo capaci.

GUENDALINA (a Giovanni): Tesoro!

AGENORE (a Cecilia): Amore mio!

(Si abbracciano tutti. Entra Merriman, il quale vedendo la situazione tossisce forte).

MERRIMAN: Lady Bracknell!

WORTHING: Misericordia!

(Entra Lady Bracknell. Le coppie si separano allarmate. Esce Merriman).

LADY BRACKNELL: Guendalina! Che cosa vuol dire tutto questo?

GUENDALINA: Semplicemente che mi sono fidanzata col signor Worthing, mamma.

LADY BRACKNELL: Vieni qui, siediti. Siediti immediatamente. L’esitazione è sempre un segno di decadenza morale nei giovani, o di debolezza fisica nei vecchi. (A Worthing): Informata, signore, della fuga di mia figlia dalla sua cameriera di fiducia, la cui confidenza ho acquistata con una vile monetina, l’ho seguita immediatamente. Il suo sfortunato padre crede che essa stia assistendo a una sterminata lezione dell’Università Popolare sull’influenza del reddito fisso sul pensiero. Non intendo disingannarlo. Non l’ho mai disingannato su niente. Mi sembrerebbe un errore. Ma voi dovete rendervi conto che qualsiasi comunicazione fra voi e mia figlia deve cessare immediatamente da questo momento. Su questo punto, come su qualunque altro punto, io sono incrollabile.

WORTHING: Io intendo sposare Guendalina, Lady Bracknell.

LADY BRACKNELL: Neanche per sogno, caro signore! E adesso, a te Agenore... Agenore! (Lo sorprende in dolce colloquio con Cecilia).

AGENORE: Sì, zia Augusta.

LADY BRACKNELL: Posso domandarti se questa è la casa ove langue il tuo valetudinario amico Bumbury.

AGENORE: Oh, no! Bumbury non vive qui. Bumbury è fuori. Anzi Bumbury è morto.

LADY BRACKNELL: È morto! E quando è morto questo signor Bumbury? La sua morte deve essere stata improvvisa.

AGENORE: Defunse questo pomeriggio.

LADY BRACKNELL: E di che cosa è morto?

AGENORE: Bumbury? Oh, di freddo... è scoppiato!

LADY BRACKNELL: Scoppiato? È stato vittima di un attentato rivoluzionario? Non immaginavo che il signor Bumbury s’occupasse di problemi sociali. Se lo faceva, è stato punito delle sue tendenze morbose.

AGENORE: Cara zia Augusta, io intendevo dire che i medici hanno trovato che Bumbury non poteva più vivere... e allora Bumbury è morto.

LADY BRACKNELL: Aveva troppo fiducia nell’opinione dei medici. Comunque, sono lieta che si sia deciso finalmente a prendere una decisione, e abbia seguito il parere dei medici. E ora che finalmente ci siamo liberati di Bumbury, posso domandarvi, signor Worthing, chi è questa giovane persona che mio nipote sta stringendo con un vigore che mi sembra assolutamente superfluo?

WORTHING: Quella giovane è miss Cecilia Cardew, la mia pupilla.

(Lady Bracknell fa un cenno di saluto).

AGENORE: Io mi sono fidanzato con Cecilia, zia Augusta.

LADY BRACKNELL: Che cosa hai detto?

CECILIA: Il signor Moncrieff e io abbiamo deciso di sposarci, Lady Bracknell.

LADY BRACKNELL (rabbrividendo, si avvicina al sofà e vi si siede): Non so se ci sia qualcosa di speciale nell’aria di questa parte dell’Hertfordshire, ma il numero di fidanzamenti che io incontro è assolutamente sopra la media delle statistiche. Credo che dovrò fare un’inchiesta su questo. Signor Worthing, la signorina Cardew è anche lei imparentata con qualcuna delle stazioni ferroviarie di Londra? Intendo avere una risposta precisa. Fino a ieri non avevo idea che ci fossero famiglie o individui la cui origine risalisse a un binario capolinea.

(Worthing è furibondo, ma si trattiene).

WORTHING (con voce chiara e fredda): La signorina Cardew è nipote del defunto sir Thomas Cardew, residente al 149 di Belgrave Square, Londra South West, a Gervase Park, Dorking nel Surrey e nella tenuta The Sporran nell’Eifeshire, North Britain, volgarmente Scozia.

LADY BRACKNELL: Non sembra insoddisfacente. Anche nelle ditte tre indirizzi ispirano sempre fiducia. Ma quale prova ho della loro autenticità?

WORTHING: Sono stato previdente e ho conservato gli Annuari di Corte relativi al periodo. Sono pronti per una vostra ispezione, Lady Bracknell.

LADY BRACKNELL (accigliata): Ho constatato però errori molto strani in quella pubblicazione.

WORTHING: Gli avvocati di famiglia della signorina Cardew sono i signori Markby, Markby e Markby.

LADY BRACKNELL: Markby, Markby e Markby. Uno studio tra i più degni di rispetto. Mi dicono che di tanto in tanto uno dei tre viene notato ai pranzi di gala. Fin qui mi dichiaro soddisfatta.

WORTHING (prossimo a irritarsi): Troppo gentile da parte vostra. E sarete lieta di sapere che sono anche in possesso del certificato di nascita, battesimo, tosse asinina, stato di famiglia, vaccinazione, cresima e morbillo della signorina Cardew. Il morbillo l’ha avuto tanto nel tipo tedesco che in quello inglese.

LADY BRACKNELL: Una vita movimentata, a quanto sento. Forse troppo per una giovinetta. Personalmente non sono favorevole alle esperienze premature. (Si alza, consulta l’orologio). Guendalina! S’avvicina l’ora della partenza. Non abbiamo un momento da perdere. Tanto per la forma, signor Worthing, mi sembra opportuno chiedere se la signorina Cardew dispone di qualche piccolo patrimonio.

WORTHING: Ah! Centotrentamila sterline in titoli di Stato. Niente altro. Arrivederci, Lady Bracknell. È stato un piacere.

LADY BRACKNELL (rimettendosi a sedere): Un momento, signor Worthing. Centotrentamila sterline! E in titoli di Stato! Ora che la osservo meglio, la signorina Cardew mi sembra una fanciulla molto attraente. Sono poche le ragazze che oggi presentino qualità veramente solide, qualità che durano e migliorano col tempo. Viviamo, mi dispiace dirlo, in un’epoca troppo superficiale. (A Cecilia): Vieni qui, carina! (Cecilia attraversa la scena). Che bella bambina! Il tuo vestito è d’una deplorevole semplicità e i tuoi capelli sono quasi nello stato in cui li ha creati la natura, ma sono cose che si possono modificare in poco tempo. Basta una cameriera francese dotata di esperienza per ottenere rapidamente risultati straordinari. Ne ho raccomandata una alla giovane Lady Lancing, ricordo, e di lì a tre mesi neppure il marito la riconosceva più.

WORTHING: E di lì a sei mesi non la riconosceva più nessuno.

LADY BRACKNELL (fulmina Worthing con uno sguardo imperioso. Pausa. Poi si rivolge a Cecilia con un sorriso studiato): Piccolina, ti dispiacerebbe girarti? (Cecilia si volta completamente). No, voglio vederti di profilo. (Cecilia ubbidisce). Sì, avevo visto giusto. Ci sono delle possibilità di distinzione nel tuo profilo. I due punti deboli della nostra epoca sono la sua mancanza di princìpi e la sua mancanza di profili. Tieni il mento più in alto, carina. Lo stile dipende quasi esclusivamente da come si porta il mento. E in questo momento lo si porta molto alto. (Si rivolge al nipote): Agenore!

AGENORE: Sì, zia Augusta!

LADY BRACKNELL: Ci sono delle sicure possibilità sociali nel profilo della signorina Cardew.

AGENORE: Cecilia è la ragazza più cara, più dolce e più graziosa ditutto il mondo. E io m’infischio allegramente di tutte le possibilità sociali.

LADY BRACKNELL: Non parlar mai senza rispetto della nostra società, Agenore. Ne parlano male soltanto quelli che non sono riusciti a farne parte.(Rivolgendosi a Cecilia): Cara bambina, naturalmente tu sai che Agenore può contare unicamente sui suoi debiti. Ma io non approvo i matrimoni d’interesse. Quando ho sposato Lord Bracknell, io non avevo un soldo di dote, ma neanche per un attimo ho lasciato che questo diventasse un ostacolo. Bene, immagino didovervi dare il mio consenso.

AGENORE: Grazie, zia Augusta.

LADY BRACKNELL: Cecilia, ti concedo di darmi un bacio.

CECILIA (baciandola): Grazie, Lady Bracknell.

LADY BRACKNELL: Da adesso in poi puoi anche chiamarmi zia Augusta.

CECILIA: Grazie, zia Augusta.

LADY BRACKNELL: Sarà meglio che facciamo le nozze al più presto.

AGENORE: Grazie, zia Augusta.

CECILIA: Grazie, zia Augusta.

LADY BRACKNELL: A dire il vero, a me non piacciono i fidanzamenti lunghi. Danno ai fidanzati la possibilità di conoscere il carattere l’uno dell’altro prima di essersi sposati, e questo non è mai prudente.

WORTHING: Vi chiedo scusa se vi interrompo, Lady Bracknell, ma queste nozze sono impossibili. Io sono il tutore della signorina Cardew, ed essa non può sposarsi senza il mio consenso fino a quando non abbia ventun anni. E io rifiuto di dare il mio consenso.

LADY BRACKNELL: E per quale ragione, se è lecito? Agenore è un partito assolutamente, potrei dire sfacciatamente di prim’ordine. Non ha niente, ma sembra che abbia tutto. Che cosa si può desiderare di più?

WORTHING: Mi rincresce molto di parlarvi con franchezza, Lady Bracknell, riguardo vostro nipote, ma io non ho nessuna stima del suo carattere. Sospetto che sia un bugiardo.

LADY BRACKNELL: Un bugiardo? Mio nipote Agenore? Impossibile! È stato a Oxford.

WORTHING: Temo proprio che non vi siano dubbi al riguardo. Questo pomeriggio durante un mio temporaneo soggiorno a Londra per un’importante ragione sentimentale, egli è riuscito a ficcarsi in casa mia con false pretese di essere mio fratello. Sotto un nome falso egli si è bevuto, l’ho appreso adesso dal mio maggiordomo, una bottiglia intera di Perrier Jouet, Brut, dell’89; un vino che io riservo esclusivamente per me. Continuando la sua impostura, è riuscito a portarmi via l’affetto della mia pupilla. Poi è stato qui per il tè, e ha mangiato tutti i pasticcini. E ciò che rende la sua condotta ancor più crudele è che egli sapeva benissimo che io non ho nessun fratello, che non ho mai avuto un fratello e non ho nessuna intenzione di avere un fratello. Glielo avevo detto chiaro e tondo ieri pomeriggio.

LADY BRACKNELL: Signor Worthing, dopo averci riflettuto bene ho deciso di passar sopra la condotta di mio nipote verso di voi.

WORTHING: È molto generoso da parte vostra, Lady Bracknell. La mia decisione è però inalterabile. Rifiuto di dare il mio consenso,

LADY BRACKNELL (a Cecilia): Vieni qui, bambina mia. Quanti anni hai?

CECILIA: Ne ho esattamente diciotto, ma dico sempre di averne venti quando vado a una festa.

LADY BRACKNELL: Hai perfettamente ragione a fare una piccola alterazione. Una donna non deve mai essere troppo precisa sulla sua età. Ha sempre l’aria di essere una calcolatrice... Diciotto, ma te ne credono venti alle feste. Bene, in questo modo fra qualche mese puoi benissimo essere maggiorenne e libera dal tuo tutore. Quindi il consenso del tuo tutore non è poi così importante.

WORTHING: Vi prego di scusarmi, Lady Bracknell, se vi interrompo, ma è bene che vi dica che secondo i termini del testamento di suo nonno la signorina Cardew sarà legalmente maggiorenne agli effetti patrimoniali soltanto quando avrà trentacinque anni.

LADY BRACKNELL: Questa non mi sembra una obiezione troppo seria. Trentacinque è un’età piacevolissima per una donna. La società di Londra è piena di donne che son rimaste a trentacinque... Lady Dumbleton, per esempio, è rimasta a trentacinque da quando ne ha compiuti quaranta, il che è avvenuto molti anni fa. Non vedo ragione perché la nostra cara Cecilia non dovrebbe essere meno attraente a trentacinque di quanto lo è adesso. E il patrimonio si sarà considerevolmente aumentato.

CECILIA: Age, mi aspetterai fino a quando avrò trentacinque anni?

AGENORE: Naturalmente, Cecilia, ti aspetterò. Lo sai che ti aspetterò.

CECILIA: Sì, l’ho sentito istintivamente, ma io non potrei aspettare fino allora. Mi annoia aspettare anche cinque minuti. Mi fa arrabbiare. Io non sono molto puntuale, ma mi piace che gli altri lo siano, e aspettare, anche per sposarmi, mi sembra impossibile.

AGENORE: E allora che cosa facciamo?

CECILIA: Non lo so, signor Moncrieff.

LADY BRACKNELL: Caro signor Worthing, dato che la signorina Cardew dice definitivamente che non può aspettare fino a trentacinque anni – un’osservazione che mi sembra indicare un carattere un po’ impaziente – vi prego di riconsiderare la vostra decisione.

WORTHING: Ma cara Lady Bracknell, la faccenda è tutta nelle vostre mani. Nel momento in cui voi acconsentirete al mio matrimonio con Guendalina, io permetterò con tutto piacere che vostro nipote sposi la mia pupilla.

LADY BRACKNELL (ergendosi sulla sedia): Sapete benissimo che ciò che proponete è assolutamente fuori questione.

WORTHING: E allora si prospetta per tutti quanti un celibato pieno di passione.

LADY BRACKNELL: Questo non è il destino che io propongo per Guendalina. Agenore può scegliere quello che vuole. (Guarda l’ora). Vieni, cara Guendalina, abbiamo già perduto mezza dozzina di treni. Perderne ancora altri significa esporci a brutti commenti.

(Entra il reverendo Chasuble).

IL CANONICO CHASUBLE: Tutto è pronto per i battesimi.

LADY BRACKNELL: I battesimi, signor mio! Non vi sembra un po’ prematuro?

IL CANONICO CHASUBLE (stupito e additando Worthing e Agenore): Ma questi due signori hanno espresso il desiderio di essere battezzati immediatamente.

LADY BRACKNELL: Alla loro età? È un’idea grottesca e irreligiosa! Agenore, ti proibisco di farti battezzare. Non ho mai udito eccessi simili. Lord Bracknell sarebbe offesissimo se apprendesse che questo è il modo in cui tu sciupi il tuo tempo e il tuo denaro.

IL CANONICO CHASUBLE: Debbo quindi concludere che questo pomeriggio non vi saranno battesimi?

WORTHING: Non credo che, allo stato delle cose, avrebbe alcun pratico effetto per noi, reverendo.

IL CANONICO CHASUBLE: Mi rattrista udire l’espressione di simili sentimenti da parte vostra, signor Worthing. Mi ricordano le eretiche opinioni degli anabattisti6 , opinioni che io avevo completamente refutato in quattro dei miei sermoni non pubblicati. Nondimeno, dato che il vostro umore attuale sembra scandalosamente laico, me ne ritornerò subito alla mia chiesa. Fra l’altro il sacrestano mi ha appena informato che miss Prism mi aspettava in sacrestia da un’ora e mezza.

LADY BRACKNELL (stupita): Miss Prism? Ho udito il nome di miss Prism?

IL CANONICO CHASUBLE: Sì: miss Prism. Sto per andare a raggiungerla.

LADY BRACKNELL: Scusate allora se vi trattengo un momento. È una cosa della più alta importanza per me e per Lord Bracknell. È questa miss Prism una femmina d’aspetto ripugnante, vagamente connessa con l’educazione?

IL CANONICO CHASUBLE (indignato): È la più colta delle donne e il ritratto della rispettabilità.

LADY BRACKNELL: È ovviamente la stessa persona. Posso chiedervi che posizione occupa in casa vostra?

IL CANONICO CHASUBLE (severamente): Io sono celibe.

WORTHING: Miss Prism è stata per questi ultimi tre anni la governante della signorina Cardew e la sua preziosa compagna.

LADY BRACKNELL: Nonostante quanto senta dire di lei, bisogna che la veda subito. Mandatela a chiamare.

IL CANONICO CHASUBLE: Eccola, sta arrivando.

(Entra miss Prism in fretta e furia).

MISS PRISM: Mi avevano detto che mi aspettavate nella sacrestia, caro canonico. Ho aspettato per un’ora e tre quarti. (Vede Lady Bracknell, impallidisce e tace, guardandosi attorno come se volesse prendere la fuga).

LADY BRACKNELL (con voce da giudice): Prism! Venite qui, Prism! Dov’è quel bambino? (Costernazione generale. Il canonico indietreggia inorridito; Agenore e Worthing sembrano ansiosi di proteggere Cecilia e Guendalina dai dettagli di un pubblico scandalo). Ventotto anni fa, Prism, voi avete lasciato la casa di Lord Bracknell, numero 104 Grosvenor Street, con una carrozzella in cui c’era un bambino di sesso maschile. Non siete mai più tornata. Poche settimane dopo, mediante le investigazioni della Polizia, la carrozzella fu trovata a mezzanotte, abbandonata in un angolo remoto presso il Parco. Conteneva il manoscritto di un romanzo in tre volumi di un sentimentalismo più che rivoltante. Ma il bambino non c’era più. Prism! Dov’è quel bambino? (Una pausa).

MISS PRISM: Lady Bracknell, ammetto con vergogna che non lo so. Sarei felice di saperlo. Tutto ciò che so è questo: la mattina del giorno che voi menzionate, un giorno che è indelebile nella mia memoria, io mi ero preparata a portare il bambino come al solito nella carrozzella. Avevo anche preso una vecchia borsa di pelle in cui intendevo mettere il manoscritto di un romanzo che avevo scritto nelle mie ore libere. In un momento di distrazione, di cui non mi perdonerò mai, ho posto il manoscritto nella carrozzella e il bambino nella borsa.

WORTHING (che ha ascoltato con la massima attenzione): Ma dove avete depositato la borsa?

MISS PRISM: Non chiedetemelo, signor Worthing.

WORTHING: Miss Prism, questa è per me una cosa della massima importanza. Insisto per sapere dove avevate depositato la borsa che conteneva quell’innocente.

MISS PRISM: L’avevo lasciata all’ufficio bagagli di una delle grandi stazioni ferroviarie di Londra.

WORTHING: Quale stazione?

MISS PRISM (ormai schiacciata): La stazione Vittoria. Alla linea di Brighton. (Cade su una sedia).

WORTHING: Bisogna che mi ritiri un momento nella mia stanza. Guendalina aspettami qui.

GUENDALINA: Se non mi fate aspettare troppo, vi aspetterò per tutta la vita.

(Esce Worthing, molto eccitato).

IL CANONICO CHASUBLE: Che cosa vuol dire tutto questo, Lady Bracknell?

LADY BRACKNELL: Non oso neanche sospettarlo, dottor Chasuble. Non ho bisogno di dirvi che nelle più alte famiglie certe strane cose si suppone che non accadano. Non sono certo considerate à la page!

(Si sentono dei rumori come se qualcuno spostasse bauli a destra e sinistra).

CECILIA: Lo zio sembra stranamente agitato.

IL CANONICO CHASUBLE: Il vostro tutore ha un temperamento molto emotivo.

LADY BRACKNELL: Questo rumore è sgradevolissimo. Sembra che stia litigando con qualcuno. Non mi piacciono le liti. Sono sempre volgari e qualche volta convincenti.

IL CANONICO CHASUBLE (guardando in aria): Ha smesso.

(I rumori ricominciano).

GUENDALINA: Questa attesa è terribile. Spero che durerà.

(Entra Worthing con una borsa di cuoio nero in mano).

WORTHING (precipitandosi verso miss Prism): È questa la borsa, miss Prism? Esaminatela bene prima di rispondere. La felicità di due esseri dipende dalla vostra risposta.

MISS PRISM: Sembra la mia. Sì, questo è lo sfregio che aveva ricevuto quando si era rovesciato un autobus a Cower Street in giorni più felici. Sì, qui c’è la macchia sulla fodera causata dall’esplosione di una bottiglia di bevanda non alcolica, un incidente che era accaduto a Leamington. E qui, sulla chiusura vi sono le mie iniziali. M’ero dimenticata che in un momento di grandiosità avevo fatto mettere le mie iniziali. La borsa è certamente la mia. Sono lieta che mi venga così restituita. Ne ho sentita la mancanza in tutti questi anni.

WORTHING (con voce tremula): Miss Prism, vi viene restituito qualcosa di più della borsa. Io ero il bambino che voi ci avete messo dentro.

MISS PRISM (stupefatta): Voi?

WORTHING (abbracciandola): Sì... madre mia!

MISS PRISM (indignata): Signor Worthing! Io sono nubile!

WORTHING: Nubile! Questo è un colpo tremendo. Ma dopo tutto, chi ha il diritto di scagliare la prima pietra contro una che ha già sofferto? Non può il pentimento lavare un atto di follia? Perché vi deve essere una legge per gli uomini e una altra per le donne? Madre io ti perdono. (Tenta di abbracciarla di nuovo).

MISS PRISM: Signor Worthing, qui c’è un errore. (Puntando il dito verso Lady Bracknell): Quella è la signora che può gentilmente dirvi chi siete.

WORTHING (dopo una pausa): Lady Bracknell, io odio mostrarmi indiscreto, ma potete gentilmente dirmi chi sono io?

LADY BRACKNELL: Temo che l’informazione che devo darvi non sarà di vostro totale gradimento. Voi siete figlio della mia povera sorella, la signora Moncrieff, e quindi il fratello maggiore di Agenore.

WORTHING: Il fratello maggiore di Agenore? Allora ho un fratello dopo tutto. Lo sapevo che avevo un fratello! L’ho sempre detto che avevo un fratello! Cecilia, come hai potuto dubitare che avessi un fratello? (Abbraccia Agenore). Reverendo Chasuble, ecco il mio sciagurato fratello! Guendalina, il mio sciagurato fratello. Age, pezzo di mascalzone, dovrai trattarmi con più rispetto d’ora in poi. Non mi hai mai trattato da fratello in tutta la tua vita.

AGENORE: Fino a oggi no, vecchio mio, lo riconosco. Però oggi ho fatto del mio meglio, per quanto fossi fuori esercizio.

(Agenore e Worthing si stringono la mano).

GUENDALINA: Mio caro... Ma mio caro che? (A Worthing): Come ti chiami adesso che sei diventato un altro?

WORTHING: Santi numi! Me n’ero proprio scordato. La tua decisione sul mio nome è sempre irrevocabile, immagino?

GUENDALINA: Io non cambio mai, se non negli affetti.

CECILIA: Com’è nobile la tua natura, Guendalina!

WORTHING: Allora è meglio risolvere la questione senza perdere tempo. Zia Augusta, all’epoca in cui miss Prism mi abbandonò nella borsa, ero già stato battezzato?

LADY BRACKNELL: Nel loro esagerato amore per te, i tuoi genitori ti avevano circondato di ogni lusso che il denaro potesse procurare, battesimo compreso.

WORTHING: Allora sono stato battezzato! E che nome m’avevano dato? Ditemi subito il peggiore.

LADY BRACKNELL: Dato che eri il primogenito ti chiamarono naturalmente come tuo padre.

WORTHING: Sì, ma mio padre come si chiamava?

LADY BRACKNELL (pensandoci su): In questo momento non riesco a ricordare il nome di battesimo del generale. Non dubito però che ne avesse uno. Era un nome eccentrico, questo lo ricordo. Così com’era eccentrico lui. Ma soltanto negli ultimi anni. E come conseguenza del clima dell’India, e del matrimonio, e della cattiva digestione e di altre cose simili.

WORTHING: Age! Ti ricordi come si chiamava papà?

AGENORE: Caro mio, non ci parlavamo. Quando è morto, io non avevo neanche un anno.

WORTHING: Ci sarà il nome negli annuari militari dell’epoca, vero zia Augusta?

LADY BRACKNELL: Il generale era un uomo pacifico, tranne che nella vita domestica. Ma son certa che il suo nome figurerà su qualsiasi elenco militare.

WORTHING: Qui ci sono gli Annuari Militari degli ultimi quaranta anni. (Comincia a sfogliarli). Avrei dovuto dedicare uno studio costante a questi deliziosi volumi. (Prende due o tre volumi). Ecco... Generali... Mallam, Maxbohm7 ... Magley... E che nomi spaventosi! Markby, Migsby, Mobbs, Moncrieff Tenente 1840. Capitano... Maggiore... Tenente colonnello... Colonnello... Generale 1869... nomi di battesimo: Ernesto, Giovanni. (Depone il libro lentamente e parla con una calma estrema). Te l’avevo sempre detto, Guendalina, che mi chiamavo Ernesto, non è vero? Ebbene, dopotutto mi chiamo proprio Ernesto. Voglio dire: naturalmente mi chiamo Ernesto.

LADY BRACKNELL: Sì! Adesso ricordo! Il generale si chiamava Ernesto. Sapevo di avere una ragione precisa per esecrare questo nome.

GUENDALINA: Ernesto! Il mio Ernesto! Sin dal primo momento ho sentito che non potevi chiamarti in altro modo!

WORTHING: Guendalina, è terribile scoprire all’improvviso di non aver detto altro che la verità in tutta la vita. Potrai perdonarmi?

GUENDALINA: Sì, perché sono certa che cambierai.

WORTHING: Amore mio!

IL CANONICO CHASUBLE: Laetitia! (La abbraccia).8

MISS PRISM (con entusiasmo): Federico! Finalmente!

CECILIA: Agenore!

AGENORE: Cecilia! (L’abbraccia). Finalmente!

WORTHING: Guendalina (L’abbraccia). Finalmente!

LADY BRACKNELL: Nipote mio, mi sembra che tu stia dando sintomi di frivolezza.

WORTHING: Al contrario, zia Augusta, mi rendo conto per la prima volta in vita mia dell’importanza di essere Ernesto.

 

Fine

 

 

 

6 Essi promossero un battesimo con completa immersione per gli adulti (N.d.T.).

7 Allusione scherzosa all’amico scrittore Max Beerbohm (N.d.T.).

8 Nella prassi recitativa, sin dalle prime riprese le battute del canonico Chasuble e di miss Prism vengono recitate dopo quelle successive di Cecilia e di Agenore (N.d.T.).

Questo ebook appartiene a lidia barone - 1124737 Edito da Newton Compton Editori Acquistato il 01/08/2011 13.50.20 con numero d'ordine 63790
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