Santa Decca
The Gods are dead: no longer do we bring
To grey-eyed Pallas crowns of olive-leaves!
Demeter’s child no more hath tithe of sheaves,
And in the noon the careless shepherds sing,
For Pan is dead, and all the wantoning
By secret glade and devious haunt is o’er:
Young Hylas seeks the water-springs no more;
Great Pan is dead, and Mary’s son is King.
And yet – perchance in this sea-trancèd isle,
Chewing the bitter fruit of memory,
Some God lies hidden in the asphodel.
Ah Love! if such there be, then it were well
For us to fly his anger: nay, but see,
The leaves are stirring: let us watch awhile.
Corfù
Santa Decca
Sono morti gli Dèi: non più rechiamo
A Pallade dagli occhi cerulei, corone di foglie d’ulivo!
La figlia di Demetra non ha più tributi di mannelli,
E a mezzogiorno gli oziosi pastori cantano,
Poiché Pan è morto, e ogni amoreggiare
In secreta radura e remoto riparo è finito:
Il giovane Ila non cerca più le sorgenti;
Il grande Pan è morto, e il figlio di Maria è Re.
Eppure – forse in questa isola incantata dal mare,
Masticando l’amaro frutto del ricordo,
Qualche Dio giace nascosto nell’asfodelo.
Ah, Amore! se ci fosse uno simile, sarebbe bene
Per noi fuggire la sua ira: sì, ma guarda,
Le foglie si muovono: osserviamo ancora un poco.
Corfù