Parte undicesima
LA PREPOTENZA DELLA RAGIONE E L’ALIENAZIONE
Un profondo mutamento è avvenuto negli ultimi secoli nel pensiero occidentale. Prima prevaleva una concezione secondo la quale la ragione apparteneva alla natura e regolava le sue manifestazioni. Ciò consentiva di stabilire una gerarchia di tutti gli esseri, in cui erano compresi gli uomini e i suoi fini. Il grado di ragionevolezza di una vita umana dipendeva dalla misura in cui si armonizzava con la totalità. [...] Oggi prevale invece una ragione che si preoccupa esclusivamente del rapporto tra mezzi e fini, dall’idoneità dei procedimenti adottati per raggiungere scopi che si danno per scontati, e che si suppone si spieghino da sé se solo rispondono all’interesse del soggetto per la sua autoconservazione. [...] Ne consegue che, nella maggior parte dei casi, essere ragionevoli significa non essere ostinati, cioè adattarsi alla realtà così com’è. Il principio dell’adattamento si dà per scontato.
M. HORKHEIMER, Eclisse della ragione (1947), pp. 11-16.