Prologo

L’asfalto scintillava al chiaro di luna mentre Andrea Douglas-Brown camminava a passo svelto lungo la strada deserta. I suoi tacchi alti ticchettavano nel silenzio, a un ritmo decisamente incerto e irregolare, risultato di tutta la vodka che aveva bevuto. L’aria di gennaio era pungente e sulle gambe nude sentiva i morsi di un freddo Natale e di un altrettanto freddo Capodanno che erano venuti e andati, lasciando un vuoto freddo e asettico. Le vetrine le scivolavano accanto, immerse nell’oscurità, interrotte solo da un sudicio negozio di alcolici illuminato da un lampione sfarfallante. Dentro c’era un indiano, chino sullo schermo luminoso del suo computer. Non la vide quando gli passò davanti.

Andrea era così in preda alla rabbia, così intenzionata a lasciarsi subito quel pub alle spalle, che si era chiesta dove diamine stesse andando solo quando le vetrine erano state sostituite da imponenti villette, che sorgevano a una certa distanza dalla strada. Sopra di lei si ergeva lo scheletro di un olmo, con i rami che si protendevano verso l’alto e scomparivano nel cielo del tutto privo di stelle. Si fermò e si appoggiò a un muro per riprendere fiato. Il sangue le ribolliva nelle vene e l’aria ghiacciata le bruciava i polmoni. Si voltò a guardare e si accorse di essersi allontanata parecchio, era quasi a metà della collina. La strada serpeggiava verso il basso, una distesa arancione che pareva fatta di melassa, con in fondo la stazione ferroviaria, avvolta nelle tenebre. Il silenzio e il freddo erano opprimenti. L’unica cosa che si muoveva era il filo di vapore del suo respiro che incontrava l’aria gelida. Strinse la pochette rosa sotto il braccio, poi, assicuratasi che non ci fosse nessuno nei paraggi, sollevò l’orlo del vestitino e recuperò un iPhone dalle mutande. I cristalli Swarovski della cover scintillarono pigramente sotto le luci arancioni dei lampioni. La schermata la informò che non c’era segnale. Imprecò, ripose il cellulare nelle mutande e aprì la minuscola pochette rosa. All’interno c’era un iPhone più vecchio, anche quello tempestato di cristalli Swarovski, anche se molti erano caduti. E anche quello non aveva segnale.

Il panico serrò il petto di Andrea mentre si guardava intorno. Le abitazioni erano piuttosto distanti dalla strada, nascoste dietro alte colline e cancelli di ferro. Forse in cima a una di quelle colline il cellulare prendeva. Vaffanculo, pensò, avrebbe chiamato l’autista di suo padre. E avrebbe pensato a una scusa per spiegare come mai era finita sulla sponda meridionale del fiume. Si abbottonò la giacca di pelle, incrociò le braccia sul petto e si incamminò su per la collina, continuando a stringere il vecchio iPhone, come un talismano.

Poi alle sue spalle udì il rumore del motore di un’auto e si voltò, socchiudendo gli occhi davanti ai fari e sentendosi sempre più esposta a sguardi indiscreti mentre la luce vivace danzava sulle sue gambe nude. La speranza che potesse trattarsi di un taxi svanì quando vide che la macchina aveva il tettuccio troppo basso e nessuna scritta LIBERO. Si voltò e riprese a camminare. Il rombo del motore aumentò e le luci la avvolsero completamente, proiettando un ampio cerchio sull’asfalto di fronte a lei. Passò qualche secondo, ma quelle luci le rimasero ferme addosso, riusciva quasi a sentirne il calore. Lanciò un’altra occhiata. L’auto rallentò e si adeguò al suo passo, restando un paio di metri più indietro.

Quando capì chi era si infuriò. Tornò a voltarsi facendo ondeggiare di scatto i capelli e riprese a camminare. L’auto accelerò leggermente e si accostò. I finestrini erano oscurati. Sentiva uno stereo pulsare e sibilare, solleticandole la gola e le orecchie. Si fermò di colpo. Pochi istanti dopo si fermò anche la macchina, poi tornò indietro di qualche metro finché il finestrino dell’autista non si posizionò di fronte a lei. Lo stereo tacque. Il motore ronzava.

Andrea si avvicinò e sbirciò il vetro scuro dei finestrini, ma tutto ciò che vide fu il riflesso del suo volto. Si chinò e provò a muovere la maniglia, ma la portiera era bloccata. Sbatté la pochette rosa sul vetro e tentò di nuovo.

«Non sto scherzando, dicevo sul serio!», gridò. «Apri questa portiera oppure… oppure…».

L’auto rimase immobile, con il motore acceso.

Oppure cosa?, pareva dire.

Andrea strinse la borsetta sotto il braccio, mostrò il dito medio al finestrino e si allontanò, percorrendo gli ultimi metri del pendio fino alla cima della collina. C’era un enorme albero ai margini della carreggiata. Andrea frappose il grosso tronco tra sé e i fari della macchina e controllò di nuovo il telefono, tenendolo sollevato sopra la testa in cerca di un po’ di segnale. Non c’erano stelle in cielo e le nubi di un arancione cupo erano così basse che sembrava quasi di poterle toccare solo stendendo il braccio. La macchina avanzò lentamente di qualche metro e si fermò accanto all’albero.

Andrea cominciò a sentire la morsa della paura. Rimase dietro l’albero e perlustrò i dintorni. Folte siepi delimitavano i due lati della strada, che proseguiva inoltrandosi in una serie confusa di sobborghi. Poi notò qualcosa di fronte a sé, un viottolo che passava tra due grandi edifici. Scorse un minuscolo cartello che diceva: DULWICH ١ ١/٤.

«Prova a prendermi». Prese un bel respiro e attraversò di corsa, ma inciampò in una delle grosse radici che sporgevano sotto l’asfalto. Sentì una fitta di dolore quando la caviglia si piegò. Perse l’equilibrio, la pochette e il cellulare volarono via mentre urtava il cordolo del marciapiede con il fianco e si accasciava sulla strada, sbattendo la testa sull’asfalto. Rimase a terra, confusa, illuminata dai fari della macchina.

Che si spensero, precipitandola nell’oscurità.

Sentì la portiera che si apriva e tentò di alzarsi, ma la strada ondeggiava e ruotava sotto i suoi piedi. Vide delle gambe, dei jeans… Un paio di costose scarpe da ginnastica, l’immagine si fece confusa, le gambe diventarono quattro. Tese un braccio, convinta che quella figura familiare volesse aiutarla ad alzarsi. Invece, con un rapido gesto, una mano coperta da un guanto di pelle le tappò naso e bocca. L’altra mano le bloccò le braccia, stringendogliele contro il corpo. Il cuoio del guanto era morbido e caldo contro la sua pelle, ma la violenza e la forza delle dita la lasciarono stupefatta. Fu strattonata e trascinata rapidamente verso la portiera del passeggero, poi gettata dentro l’auto. Atterrò sul sedile. La portiera sbatté chiudendo fuori il freddo. Andrea rimase immobile, in stato di shock, non capiva cosa fosse successo.

La macchina si mosse leggermente quando il conducente riprese il suo posto e chiuse la portiera. La chiusura centralizzata scattò con un lieve ronzio. Andrea sentì che lo scomparto dei guanti veniva aperto, poi qualcuno che frugava all’interno e successivamente lo richiudeva. L’auto ondeggiò ancora quando la figura si arrampicò tra i due sedili anteriori e si sedette pesantemente sulla sua schiena, mozzandole il fiato. Pochi attimi dopo una sottile fascetta di plastica le circondò i polsi, stringendoglieli dietro la schiena e mordendole la pelle. La figura si spostò più in basso, rapida e agile, le cosce muscolose premevano contro i suoi polsi legati. Il dolore alla caviglia slogata aumentò mentre del nastro adesivo veniva srotolato con un rumore secco e usato per legarle i piedi. L’aria era intrisa dell’odore di deodorante per ambienti al pino silvestre, misto a uno strano gusto metallico – capì che il suo naso stava sanguinando.

Una fitta di rabbia regalò ad Andrea una scarica di adrenalina che le schiarì la mente.

«Che cazzo fai?», gridò. «Guarda che mi metto a urlare. Lo faccio davvero, lo sai».

Ma la figura si limitò a girarsi, adesso con le ginocchia di nuovo sulla sua schiena, e le mozzò il fiato nei polmoni. Con la coda dell’occhio Andrea vide muoversi un’ombra, e qualcosa di duro e pesante si abbatté sulla sua nuca. Davanti ai suoi occhi, un balenare di stelle e lampi di dolore. Il braccio si alzò e calò di nuovo, e tutto si fece buio.

La strada rimase silenziosa e vuota mentre i primi fiocchi di neve cominciavano a cadere, volteggiando pigramente prima di toccare terra. L’auto dai finestrini scuri e lucidi ripartì quasi senza emettere suono e scivolò via, allontanandosi nella notte.

La donna di ghiaccio - La vittima perfetta - La ragazza nell'acqua
titlepage.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-264.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-1.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-2.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-3_split_000.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-3_split_001.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-4.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-5.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-6.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-7.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-8.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-9.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-10.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-11.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-12.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-13.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-14.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-15.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-16.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-17.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-18.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-19.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-20.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-21.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-22.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-23.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-24.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-25.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-26.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-27.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-28.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-29.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-30.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-31.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-32.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-33.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-34.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-35.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-36.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-37.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-38.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-39.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-40.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-41.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-42.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-43.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-44.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-45.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-46.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-47.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-48.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-49.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-50.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-51.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-52.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-53.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-54.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-55.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-56.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-57.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-58.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-59.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-60.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-61.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-62.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-63.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-64.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-65.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-66.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-67.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-68.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-69.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-70.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-71.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-72.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-73.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-74.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-75.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-76.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-77.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-78.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-79.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-80.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-81.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-82.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-83.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-84.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-85.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-86.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-87.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-88.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-89.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-90.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-91_split_000.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-91_split_001.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-91_split_002.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-92.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-93.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-94.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-95.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-96.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-97.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-98.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-99.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-100.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-101.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-102.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-103.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-104.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-105.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-106.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-107.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-108.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-109.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-110.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-111.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-112.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-113.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-114.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-115.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-116.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-117.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-118.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-119.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-120.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-121.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-122.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-123.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-124.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-125.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-126.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-127.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-128.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-129.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-130.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-131.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-132.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-133.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-134.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-135.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-136.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-137.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-138.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-139.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-140.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-141.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-142.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-143.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-144.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-145.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-146.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-147.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-148.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-149.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-150.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-151.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-152.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-153.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-154.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-155.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-156.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-157.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-158.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-159.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-160.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-161.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-162.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-163.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-164.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-165.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-166.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-167.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-168.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-169.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-170.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-171.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-172.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-173.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-174.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-175.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-176.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-177.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-178.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-179_split_000.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-179_split_001.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-179_split_002.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-180.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-181.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-182.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-183.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-184.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-185.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-186.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-187.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-188.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-189.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-190.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-191.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-192.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-193.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-194.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-195.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-196.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-197.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-198.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-199.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-200.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-201.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-202.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-203.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-204.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-205.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-206.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-207.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-208.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-209.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-210.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-211.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-212.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-213.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-214.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-215.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-216.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-217.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-218.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-219.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-220.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-221.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-222.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-223.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-224.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-225.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-226.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-227.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-228.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-229.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-230.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-231.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-232.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-233.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-234.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-235.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-236.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-237.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-238.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-239.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-240.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-241.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-242.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-243.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-244.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-245.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-246.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-247.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-248.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-249.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-250.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-251.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-252.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-253.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-254.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-255.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-256.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-257.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-258.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-259.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-260.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-261.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-262.xhtml
SUN160_donna_ghiaccio-263.xhtml