Quando la squadra lasciò la sala operativa per tornarsene a casa, Crawford rimase volutamente indietro e andò alla toilette degli uomini nascondendosi nel bagno per una ventina di minuti, sudando copiosamente. Quando ritenne che fosse passato abbastanza tempo, uscì, si lavò le mani e tornò alla sala operativa. Controllò che nessuno lo stesse seguendo, poi scese le scale che portavano alla sala multimediale, dove Erika e John avevano controllato le videocassette di Trevor Marksman per tutta la giornata.
Si trovava al secondo piano, nascosta sul retro della centrale alla fine di un lungo corridoio. Esistevano diverse copie delle chiavi, e poco prima ne aveva presa una dalla scrivania di John mentre lui era distratto a parlare al telefono. Crawford la infilò nella serratura e, con suo grande sollievo, la porta si aprì. Accese le luci e vide che il portatile era ancora sulla scrivania, connesso al videoregistratore. Si richiuse la porta alle spalle, girando la chiave. La stanza era piccola, angusta e priva di finestre. Su un paio di mensole erano sistemati cavi e cavetti e manuali per il lettore DVD e il registratore. Ce n’era persino uno per il laserdisc.
Crawford agì alla svelta, avviando il PC e aprendo le pennette USB nuove di zecca che aveva preso da Maplins, in fondo alla strada. Era preoccupato che la memoria non bastasse: avevano solo quelle da 16 giga, così ne aveva comprate tre. Il sudore continuava a colargli sulla fronte, mentre combatteva con lo spesso involucro di plastica intorno alla pennetta che non voleva saperne di aprirsi.
Guardò sulle mensole, ma niente forbici. Estrasse le chiavi dell’auto dalla tasca e provò a rompere la plastica con quelle. Dopo un’altra manciata di secondi che gli parvero lunghissimi riuscì a tirare fuori le pennette e, asciugandosi il sudore dagli occhi, infilò la prima nella porta USB al lato del portatile.
Il computer cominciò a ronzare mentre Crawford fissava lo sfondo di Windows. Alla fine l’icona della pennetta USB apparve sul desktop. Cliccò sui video creati da John quel giorno, selezionò il primo e lo trascinò nella cartella del disco rimovibile.
L’hard drive cominciò a ronzare di nuovo, mentre sullo schermo compariva una finestra:
Copia in corso di 2 file su USBDRIVE1
11.8Mb di 3.1Gb
Tempo residuo: 9 minuti
«Sbrigati», sibilò. Una goccia di sudore gli colò dalla fronte e atterrò sulla tastiera. Fu allora che sentì un rumore proveniente dalla porta. La serratura era bloccata, ma la maniglia si muoveva.