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Pochi minuti dopo Bree e io eravamo sul sentiero che porta alle cascate di Cunningham. C’eravamo solo noi e per tutto il pomeriggio non incontrammo nessuno. La neve era fresca, il cielo azzurro: era una giornata perfetta.
«Hai fatto dei propositi per l’anno nuovo?» le chiesi.
«Certo» rispose. «Lavorare troppo, smettere di andare in palestra e ingrassare. E tu?»
«Voglio smettere di fare la raccolta differenziata.»
«Ottima idea.»
«E magari passare un po’ meno tempo con i ragazzi.»
«Giustissimo. Bravo.»
«E voglio vedere se riesco a non farmi sposare dalla donna che amo.»
Bree si fermò di colpo. Era quello che speravo. Approfittai del momento per tirare fuori dalla tasca l’anello.
«Era di Nana» le dissi. «Sarà contenta che lo porti tu.»
«Oddio, Alex!» Bree sorrideva e scuoteva la testa, con un’espressione che non riuscivo a decifrare. «Alex, ti sono appena successe tante cose... Sei sicuro che per te sia il momento giusto?»
Se non fosse stata lei, avrei potuto pensare che fosse un modo indiretto per declinare la mia proposta, ma Bree non è fatta così.
«Bree, ti ricordi la sera del mio compleanno?» le chiesi.
«Certo» rispose, leggermente confusa. «Quando è cominciato tutto. Tutta questa storia schifosa. La sera che hai saputo di Caroline.»
«Be’, se non avesse telefonato Davies, ti avrei chiesto di sposarmi quella sera. Non potendo tornare indietro nel tempo, oggi mi è sembrato il giorno più adatto per riprovarci. Vuoi sposarmi, Bree? Ti amo da morire.»
Ci fu una folata di vento e Bree mi infilò le mani sotto la giacca per abbracciarmi. Ci baciammo a lungo. «Anch’io ti amo» mormorò.
E dopo un po’ disse: «Sì, Alex. Ti amo tantissimo. Quindi dico di sì a te, e anche alla tua famiglia eccezionale».
«Alla nostra famiglia eccezionale» la corressi, e le diedi un altro bacio.
Bree annuì, stretta a me in mezzo a quel gelo. «Sì a tutto quanto» disse ancora.