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«Buonasera, Alex. Sono Davies. Scusi se la disturbo a casa.» Ramon Davies, responsabile della Divisione investigativa del dipartimento di polizia di Washington, era il mio capo.
«È il mio compleanno. Chi è morto?» gli chiesi, un po’ stizzito. Ma più che altro ero irritato con me stesso per aver risposto al telefono.
«Caroline Cross» replicò lui e quasi mi si fermò il cuore. In quel momento, la porta della cucina si aprì e la mia famiglia uscì cantando. Nana reggeva un piatto con un’elaborata torta rosa e rossa su cui torreggiava una busta dell’American Airlines, al posto delle candeline.
«Tanti auguri a te...»
Bree fece loro segno di smettere. Dal mio tono e dalla mia postura doveva aver intuito qualcosa. Si fermarono tutti dov’erano, lasciando la canzoncina a metà: in fondo, stavano festeggiando il compleanno del detective Alex Cross.
Caroline era mia nipote, figlia unica di mio fratello. Non la vedevo da vent’anni, e cioè dalla morte di Blake. Caroline doveva averne ventiquattro.
Come aveva fatto a morire così giovane?
Per un attimo mi sentii mancare la terra sotto i piedi. Mi venne voglia di dare a Davies del bugiardo, ma per fortuna la mia parte razionale e professionale prese il sopravvento e chiese: «Dov’è, adesso?»
«Mi ha appena chiamato la polizia di Stato della Virginia. I suoi resti sono all’Istituto di medicina legale di Richmond. Mi dispiace, Alex. Avrei preferito non doverle dare questa notizia.»
«I suoi ’resti’?» Era una parola così fredda! Ma ero grato a Davies per non essere entrato nei dettagli. Uscii, perché non volevo parlare di certi argomenti davanti alla mia famiglia.
«È stata assassinata?»
«Temo di sì.»
«Come è successo?» Avevo il batticuore. Forse avrei preferito non saperlo.
«Esattamente non lo so» prese tempo Davies. Capii subito che mi stava tenendo nascosto qualcosa.
«Cosa è successo, capo? Me lo dica, per favore. Che cosa sa?»
«Una cosa per volta, Alex. Se parte subito, fra due ore potrebbe essere là e parlare con uno dei colleghi che segue il caso. Vi organizzo io un appuntamento.»
«Vado.»
«Alex? Ancora una cosa.»
Stavo già per mettere giù, ma mi fermai. «Cosa?»
«Forse è meglio che si faccia accompagnare da qualcuno.»