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Cercando di mantenere la calma, ascoltai attentamente le informazioni che Hannah ci stava dando sulla morte di Caroline e su ciò che aveva subito al Blacksmith Farms.
Ci raccontò che Zeus le aveva ammanettate al letto e aveva usato violenza su di loro con i pugni e i denti. Se l’era presa più con Caroline che con lei, per qualche motivo inspiegabile. «Alla fine Nicole era semisvenuta e il coprimaterasso era pieno di sangue.»
Zeus se n’era andato e Hannah aveva sperato che il peggio fosse passato, finché non erano arrivati due uomini per portarle via. Uno era alto e biondo e l’altro tarchiato e scuro di pelle, forse sudamericano. A quel punto aveva intuito che cosa le aspettava, per quello che era successo con Zeus e perché sia lei che Caroline avevano capito chi era.
«Hanno pulito tutto velocemente e con grande efficienza, come se non fosse la prima volta che lo facevano» raccontò Hannah. «Non sembravano per niente agitati. Anzi, avevano l’aria annoiata.»
Le avevano portate al piano di sotto e caricate dentro un bagagliaio. Hannah ci disse che aveva tenuto la mano a Caroline nel buio e aveva cercato di non farla addormentare, ma dopo un po’ Caroline aveva smesso di rispondere alle sue domande. Quando erano arrivate a destinazione e i due uomini avevano aperto il bagagliaio, Caroline era morta.
Erano in un bosco, vicino a una specie di bungalow. C’era un terzo uomo, che aveva preso in mano la situazione. A parte la luce della lanterna che aveva in mano e che le aveva avvicinato alla faccia per scrutarla come se fosse una bestia da macellare, era buio pesto. Aveva guardato bene anche Caroline, per accertarsi che fosse morta. Per farlo, aveva posato la lanterna.
A quel punto Hannah aveva deciso che non aveva più niente da perdere, perché sicuramente avrebbero ucciso anche lei. Aveva rovesciato la lanterna con un calcio e si era messa a correre verso il bosco.
I tre uomini l’avevano inseguita, sparando, e un proiettile l’aveva raggiunta alla schiena, ma lei era riuscita ad andare avanti lo stesso, non ricordava neanche come. Alla fine era arrivata alla strada e aveva visto avvicinarsi i fari di un pick-up. Era Aubrey Johnson.
La storia quadrava con le informazioni in nostro possesso: i morsi ricevuti da Caroline, il bungalow in mezzo al bosco, la descrizione dei due uomini. Restava una sola domanda da fare a Hannah.
La più importante di tutte.
«Chi è Zeus? E come avete fatto a capire chi era?»
«Ci ha fatto vedere la faccia. Ha sollevato la maschera orribile che aveva e ha detto che non importava, se anche lo vedevamo in faccia.»
«Hannah, chi è Zeus?» le chiesi di nuovo.
E, nonostante tutto quel che già sapevo e in parte immaginavo, la sua risposta mi lasciò senza fiato.