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Nicholson si sentiva come se avesse bevuto caffè, e non scotch, tutta la sera. Guardava i fari sulla Lee Highway strizzando gli occhi, con una gran voglia di farsi un ultimo bicchiere, prendersi un Ambien e togliersi dalla testa per qualche ora i pensieri che lo torturavano.
L’aveva fatto! Aveva registrato il festino di Zeus con le due ragazze, svuotato l’hard drive e conservato il disco. Era uno spettacolo orripilante. Adesso doveva decidere che cosa farne.
Era tentato di guidare tutta la notte, mettere il disco nella sua cassetta di sicurezza e non toccarlo mai più. D’altra parte, pensava, forse era meglio tenerlo a portata di mano. Se mai si fosse reso necessario usarlo.
Non aveva mai pensato che quel lavoro potesse andare avanti per molto tempo. Il club privato e i ricatti richiedevano un equilibrio delicatissimo. Ora che c’era di mezzo Zeus, la faccenda era diventata insostenibile e quel pazzo non dava segno di voler rallentare.
Se Nicholson voleva tirarsi fuori, doveva scomparire. Subito.
Continuava a vagliare possibilità diverse.
Sul conto offshore alle Seychelles c’erano circa due milioni di dollari. Centocinquantamila sarebbero arrivati da Temple Suiter e la settimana dopo era in programma il festino di Al-Hamad, da cui probabilmente avrebbe ricavato una somma simile. Non bastava per vivere di rendita fino alla fine dei suoi giorni, ma per lasciare il Paese e vivere nell’agio per un po’ certamente sì. Un paio di anni di sicuro, forse qualcosina in più.
Poteva prendere un volo facendo scalo a Zurigo, starsene buono e zitto qualche settimana, procurarsi un altro passaporto. C’erano tanti Paesi dove era possibile farlo. L’Irlanda forse era quello che avrebbe attirato meno attenzione. Da là avrebbe potuto ripartire, magari per l’Oriente. Aveva sentito dire che il mercato della prostituzione a Bangkok andava alla grande. Era venuto il momento di vedere se era vero.
Nel frattempo, però, doveva pensare a Charlotte.
Dio mio, come aveva potuto sposarla? Pensava forse di poter plasmare quella nullità trasformandola in chissà quale meraviglia? Quando l’aveva conosciuta, faceva la maestra a Londra; adesso era una casalinga americana. Altrettanto anonima. Era uno scherzo crudele. Crudele per lui.
Una cosa era certa: la signora Nicholson non sarebbe andata in Oriente con il marito. L’unico problema era decidere se incaricare qualcuno di farla fuori. A quel punto avrebbe avuto solo un altro corpo da smaltire; sarebbero stati venti o trentamila dollari ben spesi. Qualsiasi cosa, pur di evitare che si mettesse a parlare troppo.
Alle quattro appena passate Nicholson finalmente arrivò a casa. Giunse in fondo al vialetto con mille pensieri per la testa e rischiò di tamponare la Jeep nera quattro porte parcheggiata davanti al suo garage.
«Chi cazzo sei?»
Il suo primo pensiero andò al disco nel vano portaoggetti e a Zeus. Gesù, possibile che qualcuno abbia già saputo del DVD?
Non avendo nessuna intenzione di scoprirlo, Nicholson innestò la retromarcia. Ma era troppo poco. Troppo tardi.
Davanti al finestrino apparve un uomo molto grasso, con una pistola in mano. Faceva no con la testa.