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Sampson e io ci presentammo all’ingresso dell’area visitatori del carcere di Alexandria e seguimmo un percorso che già conoscevamo: passammo davanti all’archivio e alla sala quindici, dove vengono rilasciati i detenuti, e arrivammo in direzione.
Dopo aver fornito le nostre generalità e mostrato il tesserino del dipartimento, superammo altre due porte d’acciaio e ci trovammo in un ufficio.
La parte facile finiva qui.
Come al solito, dietro il bancone c’erano tre guardie carcerarie. Due erano di mezz’età e si tenevano in disparte, mentre il più giovane lavorava, sbrigando le formalità per autorizzare gente come noi a entrare. Appena aprì bocca, vidi che aveva un dente d’oro.
«Motivo della visita?»
«Cross e Sampson, ispettori del dipartimento di polizia. Abbiamo bisogno di conferire con due detenuti, Anthony Nicholson e Mara Kelly.»
«Avete prenotato?» chiese, già con il telefono in mano.
«Li abbiamo già interrogati una volta» risposi. «Faremo presto: dobbiamo soltanto fargli poche domande.»
Valeva la pena di tentare. Forse ci avrebbe lasciato passare anche senza l’autorizzazione ufficiale.
L’agente parlò brevemente al telefono, poi lo posò e mi guardò scuotendo la testa.
«Niente da fare. Primo, non risultano prenotazioni a vostro nome. Secondo, anche se l’aveste avuta, non sarebbe servita a niente perché i vostri amici non ci sono più. Né Nicholson né la Kelly.»
«Non ci sono più?» Non credevo alle mie orecchie. «Sono stati trasferiti in un altro carcere, spero.»
«Macché. Sono usciti.» Aprì un raccoglitore nero che era sul bancone. «Ecco qua. Alle undici di stamattina. Su cauzione. Versata da un certo Miller, per entrambi. Gesù mio, duecentocinquantamila dollari a testa.»
Questo risvegliò dal torpore le altre due guardie, che si avvicinarono a leggere da dietro le spalle del giovane agente. Uno dei due fischiò. L’altro commentò: «Non male, eh?»
«Già» convenne il giovane.
Non erano stati loro a lasciarli uscire e non ne avevano colpa, ma con qualcuno dovevo pur prendermela.
«Stiamo scherzando?» sbottai. «Nicholson è un detenuto a elevato rischio di fuga. Non ci avete pensato? Il giorno in cui è stato arrestato stava per salire su un aereo ed espatriare!»
Il giovane agente mi fissava esterrefatto. Gli altri due erano pronti a impugnare il manganello. «Si calmi. Stia indietro. Indietro, ho detto!»
Sentii che Sampson mi prendeva per una spalla. «Lascia perdere, Alex. Andiamo. Tanto qui non ci sono.»
«È un disastro, John.»
«Lo so, ma ormai non ci possiamo fare più niente. Dai, andiamo.»
Mi lasciai trascinare via, ma avrei pagato pur di poter dare un pugno in faccia a qualcuno. A Tony Nicholson, per esempio. O a quel borioso del suo avvocato, Miller.
Mentre ci allontanavamo, sentii le guardie che parlavano dei due ex detenuti. «Questi ricconi fanno il cazzo che vogliono, eh?»
«Sì, proprio vero che i ricchi stan sempre meglio e i poveri...»
«...e i poveri lavorano qui.»
L’ultima cosa che sentii erano le tre guardie che ridevano tra loro.