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Il giardino dietro casa era bellissimo, così decorato. Sampson, sua moglie Billie e i ragazzi avevano appeso tante lucine bianche agli alberi e sistemato candele ovunque. Nell’aria riecheggiava musica jazz e nel patio c’erano una decina di sedie dallo schienale alto per gli amici e parenti che avevamo invitato all’ultimo momento.
I ragazzi stettero accanto a noi durante la cerimonia: Ali, incaricato di porgere gli anelli; Jannie, raggiante nel bel vestito bianco che le avevamo comprato per l’occasione; Damon, molto più alto, maturo e sicuro di sé di quando l’avevamo lasciato alla Cushing Academy l’autunno precedente.
Bree, naturalmente, era bellissima. Aveva scelto un vestito molto sobrio, bianco, senza spalline. Semplice e perfetto, ai miei occhi. Lei e Jannie avevano la stessa acconciatura con fiorellini bianchi e mia nonna era seduta tutta fiera in prima fila con un fiore di ibisco fra i capelli e un luccichio negli occhi che non le vedevo da anni.
Alle diciotto e trenta in punto, il dottor Gerry O’Connor, pastore della chiesa di St. Anthony, fece cenno a Nana di cominciare. Mia nonna aveva chiesto una sola cosa per l’occasione: che le lasciassimo tenere una piccola prolusione.
«Credo nel matrimonio» esordì alzandosi in piedi per rivolgersi a tutti i presenti in tono solenne. «Più precisamente, credo in questo matrimonio.»
Venne verso di noi e ci prese per mano. «Non mi avete chiesto voi di farlo, ma è un grande onore per me consegnarvi l’uno all’altra stasera. Bree, non ho avuto il piacere di conoscere i tuoi genitori – pace all’anima loro – ma sono convinta che sarebbero felicissimi di vederti sposare mio nipote. È un brav’uomo» disse, e vidi che aveva gli occhi lucidi. «È il mio nipote amatissimo e non te lo affido alla leggera.» Poi si rivolse a me: «E tu hai vinto un terno al lotto con lei, mio caro».
«Non c’è bisogno che tu me lo dica» replicai.
«Lo so, ma quando mai ciò mi ha impedito di dirti quello che pensavo? Questa donna è piena di amore, Alex. Glielo leggo negli occhi quando ti guarda. Glielo leggo negli occhi quando guarda i tuoi figli. Glielo leggo negli occhi persino quando guarda me, che sono una povera vecchia petulante. Non ho mai conosciuto donna più generosa di lei. E voi?» chiese a tutto il gruppo, che rispose in coro con un deciso «No!» o, in qualche caso, «Nossignora!»
«Bene» disse Nana e, puntandomi contro un dito, concluse: «Quindi cerca di rigare dritto!»
Si sedette fra le risate generali. Con poche parole, era riuscita a dire tutte le cose più importanti e a commuovere tutti, qualcuno fino alle lacrime.
«Ho finito, pastore» disse.
Quando il dottor O’Connor aprì il libro per cominciare ufficialmente la cerimonia e vidi intorno a me quei visi sorridenti – il mio migliore amico John Sampson, mia nonna e i miei splendidi figli, e Bree, la donna eccezionale senza la quale non riuscivo neppure a immaginare di poter vivere – le sue prime parole mi parvero perfette per esprimere quello che provavo in quel momento.
«Miei cari amatissimi» cominciò il pastore.