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Arrivò la perizia balistica, che aspettavamo tutti con ansia.
Avevo organizzato la teleconferenza del Field Intelligence Group per quel giorno, in maniera da poterne discutere con i colleghi. In linea c’erano il team del dipartimento, i rappresentanti di FBI, ATF e Capitol Police: ormai ci occupavamo tutti di quel caso.
Erano collegate anche Cailin Jerger, della sezione Analisi forense di Quantico, e Alison Steedman, dell’unità Armi da fuoco.
Dopo uno scambio veloce di presentazioni, lasciai a loro la parola.
«Sulla base dei frammenti recuperati dal cranio delle tre vittime, abbiamo accertato che per tutti e tre gli omicidi è stata usata la stessa arma» disse Cailin Jerger. Io avevo già ricevuto quelle informazioni la mattina, ma per il resto del gruppo era una novità. «Le cartucce calibro 7,62 possono essere state sparate da decine di tipi di armi ma, data la natura e la distanza degli spari, ritengo che si tratti di un fucile di altissima precisione. Questo riduce la rosa delle possibilità a sette armi.»
«E qui viene il bello» intervenne Alison Steedman. «Quattro di queste sette armi sono fucili a otturatore girevole-scorrevole. Le prime due vittime, Vinton e Pilkey, sono morte a due secondi l’una dall’altra. Troppo pochi per un fucile di questo tipo. Restano tre possibilità, tutte semiautomatiche: l’M21, l’M25 e il nuovo M110, recentissimo. Non possiamo escludere nessuno di questi tre fucili, ma i colpi sono stati sparati di notte, in condizioni di luce variabile, e l’M110 è dotato di ottica a infrarossi.»
«Il che significa che il nostro uomo ha un’attrezzatura di altissimo livello» osservò Cailin Jerger.
«Quanto è difficile procurarsi un M110?» Riconobbi la voce di Jim Heekin, del Directorate of Intelligence.
«Sono fabbricati in un unico stabilimento» rispose Alison Steedman. «Della Knight’s Armament Company di Titusville, in Florida.»
Siccome avevo già parlato con la ditta, presi la parola.
«Finora alla Knight’s non risultano ammanchi di magazzino» dissi. «Ma bisogna tenere conto che in Iraq e in Afghanistan molti fucili si perdono. Alcuni se li portano a casa a mo’ di souvenir, altri non si sa dove finiscono.»
«Ispettore Cross? Sono il capitano Oliverez della Capitol Police. Mi sembrava che nel suo rapporto lei dicesse che le impronte rilevate in Eighteenth Street non appartenevano a un militare.»
«È vero» risposi. «Ma non siamo ancora in grado di escludere un collegamento con le forze armate, riguardo a modalità di procacciamento e di utilizzo. E questo mi porta a un’altra considerazione.» Era soltanto mezza giornata che ci riflettevo, ma decisi di non tenermelo più per me.
«Prima però mi preme sottolineare che non voglio che i giornalisti sappiano niente finché non riusciamo a provarlo. Siamo tanti, lo so, ma conto sulla vostra discrezione.»
«Quel che succede a Las Vegas, rimane a Las Vegas...» disse uno, scatenando una serie di risatine.
«La considerazione è questa» dissi. «Parliamo di un’arma militare. Ora, nell’esercito, i tiratori scelti sono sempre affiancati da un osservatore.» Le mie parole scatenarono una serie di mormorii. «Avete capito dove voglio arrivare. È vero, il cecchino di Washington, nel 2002, agiva da solo. Ma qui ho la sensazione che non sia così. Secondo me, abbiamo a che fare con una squadra di due uomini.»