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Il problema era che le impronte del New Jersey non avevano nessuna corrispondenza. Non sui cartellini segnaletici, perlomeno. Di conseguenza, non potevo sapere con certezza nemmeno se appartenevano tutte alla stessa persona.
Pensai all’offerta di aiuto di Max Siegel. Grazie alle risorse dell’FBI, probabilmente Siegel sarebbe riuscito a scoprire più cose dell’ispettore Cowen, ma preferivo non chiedergli niente.
Così mi rivolsi di nuovo al mio contatto di Lagos, Carl Freelander. Squadra vincente non si cambia, pensai, anche se Carl era all’altro capo del mondo e forse stava cominciando a stufarsi delle mie telefonate.
«Due volte in un mese, Alex? Finisce che ti dobbiamo fare una tessera fedeltà...» esclamò. «Dimmi di che cosa hai bisogno.»
«Ti pagherò da bere anche per questo» promisi. «Te lo dico con beneficio d’inventario, ma probabilmente stiamo dando la caccia allo stesso fantasma della volta scorsa. Vorrei esserne sicuro, però. Ho altre sei impronte che dovresti controllarmi nei tuoi database. Potrebbero essere tutte della stessa persona oppure no.»
Cowen aveva ragione riguardo alla qualità delle impronte. Lo standard del dipartimento di polizia metropolitana di Washington corrisponde a un minimo di tredici punti di identità, ovvero punti in cui il decorso naturale della linea papillare subisce delle variazioni. Se tredici o più di questi punti, che sono in prevalenza termini di linea o biforcazioni, corrispondono, si ha un’identificazione statisticamente valida, e io avevo sei ottime scansioni da confrontare.
Carl mi disse di spedirgliele e di tenere libero il telefono: mi avrebbe richiamato entro un’ora.
Fu di parola: richiamò cinquanta minuti dopo.
«Dunque, ti do una notizia buona e una cattiva» esordì. «Due delle sei impronte che mi hai mandato appartengono a un militare. Hai l’indice e il medio sinistro di un certo Steven Hennessey. Forze speciali dell’esercito, distaccamento operativo Delta, dal 1989 al 2002.»
«Delta Force, hai detto? Mi sembra importante.»
«Sì, si è fatto Panama, Desert Storm, Somalia. E, nota bene, ha seguito un corso di addestramento al tiro su lunghe distanze con le truppe di terra a Kunduz. Mi sembra il curriculum di un tiratore scelto. Tu cosa dici?»
Mi sembrava di avere appena vinto alle slot machine. Avevamo quasi sicuramente individuato uno dei due cecchini, e questa volta sapevamo anche nome e cognome.
«Ultimo indirizzo conosciuto?» chiesi. «Sappiamo dove si trova Hennessey adesso?»
«La cattiva notizia è questa» rispose Carl. «È al cimitero di Cave Hill a Louisville, nel Kentucky. Hennessey è morto da anni, Alex.»