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Kyle Craig si voltò a guardare. Non c’era nessuno, né per strada né sul marciapiede.
«Oh, scusa. Colpa mia.»
«Va be’, non importa» disse lei, con la mano già sulla maniglia. «Grazie del passaggio.»
«Mi saluti così?»
«E come dovrei salutarti? Non capisco.»
«Be’, mi aspettavo che mi invitassi a mangiare qualcosa a casa tua» fece lui.
Anjali si sentì morire. Lo guardò, nel buio, incapace di credere che quella frase fosse qualcosa di più di una semplice coincidenza. «Non sono una gran cuoca, Max.»
«Non ci credo» ribatté lui. «Hai mai visto uno di questi?» Prese dalla tasca della giacca una scatolina nera, grossa come un accendino. «È un microtrasmettitore GSM. Lo infili dove vuoi.»
Anjali guardò l’aggeggio soltanto di sfuggita. «Capito.» Era bellissimo vederla così a disagio, notare il suo maldestro tentativo di mascherare la vergogna.
«Diciamo che ero presente alla riunione, anche se non c’ero.»
Anjali a quel punto si arrabbiò. L’emozione prevalente adesso era l’ira, non la paura.
«Ci hai spiato? E perché?»
«Ottima domanda, Anjali» replicò lui. «Quanto tempo ho per risponderti?» E, senza lasciarle il tempo di dire una sola parola, le tappò la bocca con una mano. «Aspetta, te lo dico io: meno di un secondo.»
Prese il punteruolo, la sua arma preferita, e glielo piantò nella laringe. Anjali Patel non riuscì neanche a gridare. Ci provò, però.
Lui la abbrancò, la baciò sulla bocca e le tappò il naso. Un bacio mortale, che sarebbe sembrato un bacio d’amore a chiunque fosse passato di lì o avesse guardato dalla finestra. La forza e la voglia di vivere di quella donna erano notevoli, ma nulla potevano contro Max Siegel. Perse poco sangue, per fortuna. E i sedili erano coperti da foderine di plastica. Se Anjali Patel le aveva notate, era stata troppo educata per chiedere spiegazioni.
Così come non aveva fatto domande sull’impermeabile che Max Siegel aveva indosso, nonostante non piovesse.
A un certo punto smise di dibattersi. Max Siegel era eccitatissimo e l’avrebbe stesa volentieri sul sedile posteriore, finché era ancora calda e morbida. L’avrebbe penetrata con molto piacere. Era sua, in fondo, no?
Ma sarebbe stato un rischio inutile, stupido. Aveva deciso già da ore che quella sera avrebbe fatto un’eccezione alla regola. Se l’era meritata, alla fin fine. E comunque poteva cambiare le regole ogni volta che desiderava: era lui a condurre il gioco. E infatti si prospettavano un bel po’ di cambiamenti, nel prossimo futuro.
Prima, però, Anjali Patel doveva andare a casa con lui, e passarci la notte.