27

La strada davanti alla villa dei Dlouhy si stava riempiendo di gente, lentamente ma in modo inesorabile. Denny e Mitch si tenevano ai margini della folla. Non volevano avvicinarsi troppo, ma neanche perdersi lo spettacolo. Dopo la serata di merda che avevano passato al dormitorio dopo l’altro colpo, Denny aveva ritenuto che a Mitch facesse bene godersi un po’ di gloria.

O il cadavere di Mel Dlouhy era ancora dentro, oppure l’avevano portato fuori senza farsi vedere. Dalle finestre del salotto passavano continuamente poliziotti in giacca e cravatta e sul retro dovevano essere stati piazzati potenti riflettori, perché si vedevano gli aloni di luce.

Mitch stava zitto, ma Denny intuiva che era entusiasta: cominciava a capire la portata di quello che stavano facendo, quel bestione.

«Mi scusi, agente. L’hanno preso, l’assassino?» chiese Denny a uno dei poliziotti intorno alla villa, a beneficio di Mitch.

«Le conviene controllare sul giornale o in TV, signore» rispose quello. «Io, sinceramente, non lo so.»

Denny si voltò verso Mitch e gli disse, sottovoce: «Mi ha chiamato signore. Dev’essere un quartiere alto». Mitch abbassò la testa e si grattò la barba, per non far vedere che rideva.

L’agente stava per parlare alla radio, quando Denny lo chiamò di nuovo. «Mi scusi, ha mica una sigaretta?» Gli mostrò l’accendino Bic. Era più facile che la gente offrisse una sigaretta a un barbone, se vedeva che aveva il suo accendino. L’agente prese dalla macchina un pacchetto di Camel Lights.

«Una ci basta» disse Denny, facendo in modo che l’agente vedesse che erano in due. «Ce la dividiamo.»

L’agente tirò fuori dal pacchetto due sigarette. «In che unità eravate?»

Denny si guardò la giacca mimetica. «Terza brigata corazzata, quarta divisione di fanteria. La migliore unità oltreoceano.»

«La migliore era la mia» intervenne Mitch. «Guardia nazionale del New Jersey. Ero vicino a Balad.»

In realtà Mitch non aveva mai messo la divisa, ma Denny gli aveva fatto imparare bene la parte. Gli americani amavano molto gli ex combattenti: farsi passare per militari conveniva.

Denny prese le sigarette e ringraziò lo sbirro con un cenno del capo. Ne diede una a Mitch. «Ho sentito dire che pensano sia uno di noi» disse all’agente. «Per come spara.»

L’agente si strinse nelle spalle. «A noi non dicono niente. Lo chieda ai giornalisti. Io sono qui solo per impedire l’accesso ai non autorizzati.»

«Capito» fece Denny, accendendosi la sigaretta. Buttò fuori la prima boccata di fumo e sorrise. «La lasciamo al suo lavoro, agente. E grazie per quello che fate. Che Dio vi benedica.»

Il ritorno del killer
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