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Ridevano ancora, quando arrivarono al vecchissimo Suburban di Denny, parcheggiato nella zona 9, vicino alla Lauinger Library, nel campus di Georgetown.
«Che figata!» Mitch aveva la faccia coperta di sudore, ma neanche un accenno di fiatone. Sembrava cicciottello, ma era tutto muscoli. «Cosa fai, se non mi fermo? Mi spari? A un povero veterano senzatetto?» disse, rievocando la scena.
«True Press, un dollaro» fece Denny. «Pranzo al Taco Bell, tre dollari. Ma la faccia dell’agente quando capisce che gliel’hai messo in quel posto non ha prezzo. Peccato non averlo fotografato.»
Prese una busta arancione da sotto il tergicristallo e salì al posto di guida. In macchina c’era puzza di fumo e di burrito. Sul sedile posteriore erano ammucchiati guanciali e coperte e c’era un sacco nero della spazzatura pieno di lattine da restituire per riscuotere la cauzione. Dietro, sotto una pila di scatoloni schiacciati, pezzi di moquette e un finto fondo di compensato, erano nascoste due pistole nove millimetri Walther PPS, un M21 semiautomatico e un fucile di precisione M110, in dotazione all’esercito, con ottica a infrarossi a lungo raggio, e poi telescopio, kit di pulizia per fucili e parecchie scatole di munizioni, il tutto avvolto in un grosso telo di plastica chiuso con corde elastiche.
«Sei stato grande, Mitch» disse Denny. «Davvero. Non hai perso la calma neanche per un secondo.»
«Vero» replicò Mitch, svuotandosi le tasche nel vassoio di plastica in mezzo ai due sedili. «Non la perdo, Denny. Sono freddo come un cocomero.»
Denny contò i soldi che avevano fatto quel giorno. Quarantacinque dollari: non male, per il tempo che ci avevano messo. Diede a Mitch dieci banconote da un dollaro e una manciata di spiccioli.
«Cosa pensi, Denny? Sono pronto o no? Secondo me, sì.»
Denny si appoggiò allo schienale, accese una mezza sigaretta spenta che recuperò dal posacenere e la passò al compagno. Poi se ne accese una per sé. Già che aveva l’accendino in mano, diede fuoco alla busta arancione con la multa e la mollò sull’asfalto.
«Sì, Mitch, secondo me sei pronto. Il fatto è: sono pronti loro?»
A Mitch presero a ballare le ginocchia. «Quando cominciamo? Stasera? Cominciamo stasera? Cosa ne dici, eh, Denny?»
Denny si strinse nelle spalle. «Goditi questo momento di relax, finché dura. Fra poco sarai famoso.» Fece un anello di fumo e poi un altro, che passò dentro al primo. «Sei pronto a diventare famoso?»
Mitch guardava due ragazze in minigonna che attraversavano il parcheggio. Erano piuttosto carine. Continuava a muovere le ginocchia su e giù. «C’ho voglia di cominciare.»
«Bravo. Qual è la missione, Mitch?»
«Fare pulizia a Washington, come dicono i politici.»
«Giusto. Loro ne parlano...»
«E noi la facciamo. Ecco. Noi la facciamo.»
Denny gli batté il cinque e mise in moto. Partì in retromarcia e fece il giro lungo per guardare il sedere alle due tipe.
«A proposito di taco» disse, facendo ridere Mitch. «Dove vuoi mangiare? Abbiamo i soldi, oggi.»
«Taco Bell» rispose subito Mitch.
Denny cambiò marcia e partì. «Ci avrei scommesso.»