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Verso le sette e mezzo, Anjali e io cominciammo a prepararci per andare via. A un certo punto lei si voltò verso la porta, poi verso di me. La sua espressione era inequivocabile. Mi spaventai.
«Hai mai mangiato chana masala fatto in casa?» mi chiese.
Forse ero presuntuoso a pensare che il suo fosse un tentativo di seduzione, però... «Fatto in casa, no.»
«Devi sapere che sono un’ottima cuoca, anche se non sembra.» Si indicò i calzoni grigi e la camicia bianca. «Ho l’impressione che qui pensino tutti che la sera torni a casa dai miei sette gatti e mangi un gambo di sedano e stop.»
«Ne dubito» dissi. A me era sempre sembrata una donna interessante, anche se curava poco l’aspetto fisico. Era il tipo di donna che, quando si presenta al party di Natale vestita elegante, fa rimanere tutti a bocca aperta.
«Ho l’auto dal meccanico» continuò. «Pensavo che potresti darmi un passaggio, così risparmio i soldi del taxi. In cambio, ti invito a cena.» Non sapevo cosa rispondere. Anjali mi accarezzò una mano. «Ti offro anche il dessert, se ti va» sussurrò. «Cosa ne dici?»
«Dico che sei piena di sorprese» replicai. Scoppiammo a ridere tutti e due, un po’ nervosi. «Senti, Anjali...»
«Oddio» esclamò lei. «Quando ti chiamano per nome, vuol dire che stanno per darti un due di picche.»
«Sto per sposarmi, Anjali.»
Annuì e riprese a raccogliere le sue cose. «Sai cosa si dice, no? Che gli uomini che vanno bene sono tutti già presi. Oppure sono gay. È così che intitolerò le mie memorie: ’O gay o già impegnati’. Dici che venderei molte copie?»
Stavolta la nostra risata fu più autentica. Allentò la tensione che si era creata, sollevandoci entrambi.
«Grazie comunque» dissi. Ero sincero. In un altro momento della mia vita, avrei accettato senza esitazione. Sia il chana masala che il dessert. «Ma il passaggio te lo do lo stesso.»
«Non ti preoccupare.» Si mise il portatile sottobraccio e aprì la porta della sala riunioni per farmi passare per primo. «Visto che non devo cucinare, mi fermo ancora un po’. Tu, per favore, scordati questa conversazione. Okay?»
«Quale conversazione?» Feci la faccia innocente. «Io non mi ricordo niente.»