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Alle sette e mezzo F Street era un’unica fila di limousine nere.
Era la serata di Will on the Hill, lo spettacolo che un gruppo di volontari fra le persone che contano a Washington metteva in scena una volta all’anno per raccogliere fondi per l’insegnamento delle arti. Una ventina di personaggi in vista di Capitol Hill si apprestavano a recitare una versione della Dodicesima notte di Shakespeare ambientata nel mondo del baseball davanti a un pubblico composto da personaggi altrettanto in vista: membri del Senato e della Camera dei Rappresentanti, funzionari e almeno mezza K Street.
Denny osservava la strada con il telescopio. «Un sacco di volpi nel pollaio stasera, eh?»
«Sarà» borbottò Mitch, continuando a scrutare la folla. «Pensavo che c’era un sacco di gente famosa, invece non ho ancora visto nessuna faccia nota.»
«Be’, anche tu sei famoso, ormai. Eppure nessuno sa che faccia hai» gli fece notare Denny.
Mitch sorrise. «Giusto.»
Il sindaco di Chicago, Rahm Emanuel, e signora erano appena arrivati. Un attimo prima il leader dell’opposizione alla Camera dei Rappresentanti e il presidente pro tempore del Senato non si erano lasciati sfuggire la preziosa occasione di farsi fotografare in pubblico nel pieno di una stagione legislativa alquanto impegnativa.
Ogni nuovo arrivato scendeva dall’auto e attraversava il marciapiede di mattoni – cinque o sei passi – fino all’ingresso del teatro. Lo spazio e il tempo a disposizione, al momento di sparare, sarebbero stati limitatissimi.
Finalmente, alle otto meno dieci, Denny vide quello che cercava. Una piccola limousine, una Mercedes nera, stava accostando al marciapiede.
L’autista scese e andò ad aprire la portiera a Sua Eccellenza il giudice Cornelia Summers.
«Ci siamo, Mitch. A ore dieci. Abito lungo, azzurro. Sta scendendo dalla Mercedes.»
Subito dopo di lei, scese dall’auto il giudice George Ponti. Si fermarono appena un attimo a salutare con un leggero imbarazzo giornalisti e curiosi assiepati dietro il cordone di polizia sul marciapiede. Anche da lontano, Denny vide che i due giudici sembravano pesci fuor d’acqua.
«Il numero due è quello con lo smoking e i capelli grigi.»
Mitch si era già spostato leggermente. «Ci sono.»
«Tiratore pronto?»
Cornelia Summers prese a braccetto Ponti e insieme si voltarono per entrare nel foyer del teatro, a pochi passi di distanza.
«Pronto» rispose Mitch.
«Vai!»
L’M110 produsse il solito schiocco attutito quando il proiettile uscì dal silenziatore alla velocità di mille metri al secondo. Quasi contemporaneamente, Cornelia Summers stramazzò a terra con un piccolo fiore rosso che le sbocciava sopra l’orecchio sinistro.
Il giudice Ponti, trascinato dal braccio della Summers, perse l’equilibrio e si piegò di lato, quindi il secondo colpo non andò a segno. La porta di vetro a circa tre metri dalla testa di Ponti andò in frantumi.
«Di nuovo» ordinò Denny. «Ora.»
Il giudice della corte suprema si era voltato verso l’auto e aveva già una mano sulla portiera.
«Vai, Mitch.»
«Ci sono» replicò lui. Si udì un’altra detonazione.
Questa volta Ponti cadde a terra e davanti alla Harman scoppiò il caos.